Tiziana Ronzio ha 49 anni fa l’operatrice sanitaria. Abita a Tor Bella Monaca, a Roma. Nel suo quartiere la conoscono tutti perché da anni è impegnata in un progetto di recupero e riqualificazione sociale come presidente e fondatrice dell’associazione “Tor più bella”, che ha l’obiettivo di rendere più sicuro il quartiere.

In particolare, collaborando con le istituzioni, “Tor più bella”, sta provando a capire se le persone che vivono nelle case popolari abbiano effettivamente dei redditi che gli consentano di farlo. Un’idea poco gradita da chi, proprio sui pianerottoli del palazzo in cui vive, spaccia droga da sempre. E ancor meno, da chi, ieri sera, l’ha aggredita.

Secondo quanto racconta Andrea Colafranceschi, vicepresidente dell’associazione presente sul posto, sono le 19 e 30, suo figlio inizia una discussione con un uomo per un parcheggio. I toni si scaldano e, preoccupata, Tiziana scende in strada per difenderlo. Arrivano i carabinieri e l’uomo va via. Poco dopo, arriva Giuseppe Moccia: «Te do foco, sei un infame, qua non ce devi sta’», le dice. Moccia è stato coinvolto in passato in diverse indagini per spaccio di droga. Lo scorso 30 marzo, in via dell’Archelogia, un’altra via del quartiere, è stato ferito da un uomo su uno scooter, che gli ha indirizzato quattro colpi di pistola. Appena quattro giorni dopo essere uscito dal carcere.

Con lui, sotto casa di Tiziana, accorrono altri familiari del clan romano. Le minacce di morte continuano, poi Moccia si avvicina al figlio di Tiziana, lo schiaffeggia. Intervengono le forze dell’ordine, già allertate e giunte sul posto per il diverbio precedente, e lo portano via, con le accuse di minacce e resistenza a pubblico ufficiale.

È in quel momento che, racconta sempre Colafranceschi, la madre di Moccia coglie l’occasione per aggredire Tiziana. Le graffia il collo e parte del viso, poi si procura dei graffi da sola, per poter dare un’altra versione dei fatti e difendersi.

Minacce continue

L’aggressione di ieri non è nuova. Anche Andrea Colafranceschi, che ha raccontato a Domani cos’è accaduto, dice di aver subito minacce di morte a metà dicembre, ma di non aver mai denunciato pubblicamente, perché come associazione, si stava riflettendo su come agire, in un dialogo serrato con le istituzioni. Eppure, oltre a una maggiore presenza dei carabinieri nel quartiere, non è cambiato granché. È la prima volta che decidono di denunciare così, «perché se per Tiziana ci saranno delle tutele, anche un’altra persona saprà che queste tutele potrà averle in caso di denuncia».

Tiziana, fino al mese di maggio, ha vissuto sotto sorveglianza, ma nemmeno questo ha fermato del tutto le minacce nei suoi confronti. E l’aggressione arriva dopo pochi giorni che questa sorveglianza le viene tolta. «Le persone che la intimidivano già sotto sorveglianza, hanno iniziato a intimidirla ulteriormente», dice Colafranceschi, «hanno visto che c’era più spazio».

Nei prossimi giorni, proprio sotto la torre in cui vive Tiziana, l’associazione Tor più bella organizzerà un presidio, affinché il loro messaggio arrivi ancora più forte.

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