Dopo 113 giorni di sciopero della fame in carcere, l’anarchico Alfredo Cospito pesa 71 chili. Secondo il medico di parte Andrea Crosignani che lo ha visitato nel carcere milanese di Opera questa mattina le sue condizioni di salute sono molto precarie. Proprio per questo il Dap ha deciso il suo trasferimento verso l’ospedale San Paolo.

La situazione clinica sarebbe seria e, anche se «i parametri vitali tengono, nel suo stato di salute ci vuole poco perché la situazione precipiti senza dei segni particolari di allarme», ha detto il medico. A preoccupare sono i dati su potassio e sodio che si starebbero abbassando, aumentando i rischi di edemi cerebrali e aritmia.

Tuttavia, nonostante i rischi collegati al suo stato di salute, Cospito è ancora determinato a continuare con lo sciopero della fame in segno di protesta contro il regime detentivo 41bis al quale è sottoposto.

La decisione

In settimana, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha rigettato la richiesta formulata lo scorso 12 gennaio dall’avvocato di Cospito nel quale chiedeva la revoca del 41bis nei confronti del suo assistito. 

Per motivare il fatto che non ci fossero più i presupposti per tenere Cospito al 41 bis, l’avvocato aveva portato una sentenza della Corte d’assise di Roma che, in un processo ad altri anarchici, aveva escluso che gli scritti dal carcere di Cospito ne avessero influenzato le azioni.

Per Giovanni Melillo, a capo della Direzione nazionale antimafia, le motivazioni dell’avvocato dell’anarchico sono irrilevanti, ciononostante aveva dato parere favorevole alla modifica del regime detentivo per Cospito. Per il ministro Nordio, però, non ci sono i presupposti.

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