Lam e David sono delusi dalla scarcerazione del capo della polizia giudiziaria di Tripoli: «Torture con scosse elettriche». Le loro parole hanno dato il via all’indagine della Corte penale internazionale
Soldati forzati nella guerra civile contro il generale Haftar, o se va bene impiegati come operai nella ricostruzione degli edifici del carcere e base militare di Mitiga. Oppure becchini, costretti a seppellire i corpi senza vita di quelli che poco prima erano stati i loro compagni di cella. Sono le storie dei ragazzi migranti sopravvissuti alle “cure” di Njeem Osama Almasri Habish nei lager libici di Al Jadida e soprattutto della famigerata prigione-base di Mitiga, per quasi tutti tappa forzata



