- Con la decisione dello scorso 27 aprile sul cognome dei figli, la Corte costituzionale ha dato un’ulteriore scossa al parlamento, che tarda nell’attuazione di principi costituzionali.
- «Dobbiamo leggere il quadro completo, la motivazione di un giusto intervento, demolitorio su un automatismo, ma che giustamente non regolamenta», spiega l’assessore al Decentramento, alla Partecipazione e Servizi al territorio del comune di Roma, Andrea Catarci.
- Catarci sottolinea che ad oggi i comuni non hanno le indicazioni perché spetta al ministero dare esecuzione.
Non è più automatico che le figlie e i figli prendano il cognome del padre, il cosiddetto patronimico. Con la decisione dello scorso 27 aprile sul cognome dei figli, la Corte costituzionale ha dato un’ulteriore scossa al parlamento, che tarda nell’attuazione di principi costituzionali. Nonostante la Consulta non possa e non debba sostituirsi al legislatore, emette pronunce efficaci dal momento della pubblicazione, al pari della legge, disposizioni che però non hanno la capacità di regolare la



