«Non c'è il clima adatto per partecipare a un'iniziativa di questo tipo», ha detto la Comunità ebraica di Milano per spiegare la decisione di non esserci all’incontro organizzato da Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) e Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) per la giornata della Memoria. 

«Il dialogo con le giovani generazioni necessita di condivisione e serenità, condizioni che sono venute a mancare nell'evento dell'anno scorso, così come in altre occasioni a causa di una eccessiva politicizzazione di alcune associazioni promotrici», ha scritto in una nota la Comunità ebraica rispetto all’evento rivolto agli studenti che si terrà lunedì a Palazzo Marino, sede del Comune.

Anche il museo della Brigata ebraica del capoluogo lombardo non parteciperà agli eventi in ricordo della Shoah: «A partire da domani non prenderò parte a eventi legati alla Giornata della Memoria per lanciare un allarme», ha detto il direttore del museo, Davide Romano. «Vedo nella società italiana muoversi un odio antiebraico. Dalla nostra bandiera deriva quella di Israele, oggi come oggi non è facile usarla. Per ogni evento che organizziamo dobbiamo avvertire la Digos. Non ci sono più le condizioni per un’attività culturale serena», ha spiegato Romano.

Il livello nazionale

Diversa la posizione della Unione delle comunità ebraiche italiane: «Tutto quello che è avvenuto con le manifestazioni in questi mesi laceranti, con le manifestazioni di odio e ribaltamento e distorsione dei termini, ci porterebbe a pensare di non partecipare a nulla, ma non possiamo lasciarci andare alla istintività», ha detto la presidente dell’Unione, Noemi Di Segni, ai microfoni di Radio Radicale. «Parteciperemo alla giornata della Memoria ma non saremo presenti ad alcune manifestazioni, mi dispiace sottolinearlo, come quelle dell’Anpi, dove in molte sezioni, per fortuna non in tutte, nel tono generale la narrativa è distorta. Diventa quindi irricevibile un invito di questa associazione per come si comporta rispetto a Israele e alla questione mediorientale», ha però specificato Di Segni.

Il caso Segre

Negli ultimi giorni sul web sono apparsi insulti antisemiti alla senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto Liliana Segre, in seguito all’uscita del documentario sulla sua storia, Liliana di Ruggero Gabbai. Mercoledì Segre ha rinunciato a partecipare a una iniziativa al Memoriale della Shoah di Milano in avvicinamento al giorno della Memoria. L’evento ha inaugurato quattro opere dell’artista Marcello Maloberti, realizzate con la grafia di Liliana Segre. A margine della posa delle pietre d’inciampo per Aldo, Elena, Emilia e Italo Levi, il presidente del Memoriale, Roberto Jarach, ha dichiarato sul caso: «Siamo arrivati a bassezze tipo scrivere che “fa i soldi con il film”. Ma come si fa? Vorremmo che questi eccessi fossero frenati».

Il figlio di Segre, Luciano Belli Paci, ha confermato che «gli insulti la amareggiano ma non la abbattono. Ci ha fatto l'abitudine, non è tipo da fermarsi». Ha specificato che la mancata partecipazione è «dovuta alla stanchezza». La senatrice non sarà presente neanche all'evento organizzato per la giornata della Memoria all'Università Statale di Milano, dove era prevista la proiezione del documentario di Gabbai, «ma solo perché sarà già a Roma per prendere parte all’evento centrale che si terrà il 28 gennaio al Quirinale», ha continuato il figlio.

Giovedì la Procura di Milano ha chiuso le indagini per minacce aggravate da odio razziale e diffamazione nei confronti di dodici persone che hanno insultato sul web la senatrice Segre tra il 2022 e il 2023. La Procura ha invece deciso di archiviare la posizione di Chef Rubio, perché secondo il pubblico ministero l'accusa alla senatrice di silenzio sui massacri a Gaza può rientrare nella legittima critica politica.

© Riproduzione riservata