Lobbista o giornalista? Questo è il dilemma attorno ad Annalisa Chirico, premiata dalla Rai meloniana e salviniana con un programma tutto suo dal titolo Ping Pong su Radio 1, ribattezzata Radio Salvini per via di un palinsesto rinnovato con volti amici del capo della Lega sovranista: da Marcello Foa, ex presidente Rai, alla stessa Chirico, la cui amicizia con il leader leghista è documentata da anni. Lei è iscritta all’ordine dei giornalisti, albo dei pubblicisti, e allo stesso tempo imprenditrice di se stessa a capo della Ac Advocacy e communication.

L’oggetto sociale è: «La fornitura di servizi per lo sviluppo delle imprese, la costruzione e il rafforzamento del loro brand e la valorizzazione dei loro vantaggi competitivi... La consulenza nel campo del public, regulatory e government affairs... dall’advertising istituzionale e implementazione di campagne anche digitali di comunicazione istituzionale». Contattata da Domani Chirico segnala che «il termine lobbying non è mai citato nei documenti societari», eppure public affairs è un sinonimo, mentre la parola «lobbying» appare nella sezione del sito dell’azienda, nella sezione «aree di competenza».

Ac Advocay nell’ultimo bilancio ha dichiarato oltre 1 milione di euro di fatturato, con un utile di 260mila euro. Che finiscono tutti in tasca alla giornalista, in quanto unica socia. Un balzo in avanti notevole rispetto ai comunque ottimi 794mila euro di fatturato del 2021, con 194mila di utili.

Introiti che arrivano da sponsor per gli eventi che organizza e dai servizi che offre alle aziende. Il menù aziendale prevede numerose attività certificate sul sito della società: public affairs, negoziazioni commerciali, campagne politiche e lobbying.

Chirico è dunque un Giano bifronte: giornalista, editorialista ospite dei talk show a difendere le tesi del governo sull’immigrazione, sulle tasse, fervente oppositrice del reddito di cittadinanza. E pure professionista al servizio delle aziende, organizzatrice di eventi lautamente sostenuti da società private e di stato, curatrice d’immagine di interessi privati. Mestieri che spesso si intrecciano come fili di un’ ingarbugliata matassa. Il rischio per Chirico è di sconfinare in un conflitto di interessi poco opportuno per un’iscritta all’ordine dei giornalisti, per di più ora voce di Radio 1, servizio pubblico.

Molto amica di Matteo Renzi e il suo avvocato Alberto Bianchi, un tempo. Decisamente a destra da quando ha sposato la linea sovranista dell’altro Matteo, Salvini. «È il partito dell’Italia che produce. È il partito che vuole meno tasse per dare fiato alle imprese, non sussidi a pioggia», è un post con l’analisi di Chirico, pubblicato sul profilo Instagram del leader leghista a settembre 2021.

LAPRESSE

Chirico si è formata nella redazione de Il Foglio, considera Giuliano Ferrara suo maestro. Più di Giorgio Mulè, altro suo mentore. Pioniera della critica al politicamente corretto, si è esercitata nella saggistica con un libro dal titolo raffinato e provocatorio: Siamo tutti puttane.

Ha anticipato di qualche anno la tendenza retorica, oggi molto in voga a destra, sulla dittatura del politicamente corretto. «L’essere puttana è uno stato esistenziale, comune a maschi e femmine. Siamo tutti puttane, in senso figurato, perché cerchiamo, ognuno a suo modo, di districarci nel complicato universo dell’esistente».

Al di là del contenuto dei suoi scritti, esiste però una questione di opportunità connessa agli affari privati di cui si occupa quotidianamente.

Il documentario a misura di azienda

Che il percorso professionale di Chirico fosse a una svolta in Rai è stato chiaro quando con toni trionfalistici aveva annunciato la messa in onda su Rai 3 del documentario Leggenda Italia-Peninsula Valley, un viaggio on the road lungo l’Italia per raccontare le eccellenze imprenditoriali e industriali del paese.

Il 31 marzo alle 16.20 il prodotto piazzato da Chirico sulla terza rete del servizio pubblico ha totalizzato uno share del 4,1 per cento con 343mila spettatori. Scritto e diretto dalla giornalista-imprenditrice, Leggenda Italia è stato prodotto da Ac Advocacy e Communication, la ditta con la quale organizza eventi e fa attività di lobbying.

Il documentario ha avuto il patrocinio del ministero dello Sviluppo Economico e degli Affari esteri. Con il supporto di Italian trade agency, ministero degli Esteri, Adler e beIt (un marchio degli Esteri insieme a Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero delle imprese italiane). Sono citati nei titoli di coda del documentario. Non è noto se tutti hanno donato un contributo.

Domani ha, tuttavia, scoperto quanto ha stanziato Ice: il contratto dell’aprile 2022 è di 25mila euro, oggetto: «Affidamento servizio per realizzazione del documentario Leggenda Italia» alla società Ac Advocacy e Communication, cioè Chirico.

Nel viaggio Leggenda Italia la giornalista ha intervistato una decina tra imprenditori e manager. Ampio spazio ha trovato la Adler, per esempio. È una delle società che compare nei titoli di coda tra i sostenitori. L’azienda campana, leader del manifatturiero per il trasporto, non ha voluto fornire informazioni su eventuali cifre versate per la produzione.

Nel documentario un’altra tappa del viaggio è Grottaglie, nella sede di Leonardo Spa, il colosso di stato degli armamenti. Qui produce elicotteri e parte del Boeing 787. Il brand Leonardo lo ritroviamo pure sul sito LaChirico.it: ha acquistato uno spazio pubblicitario sul portale gestito tramite la società Ac Advocacy e Communication. Il confine tra contenuto giornalistico e marketing è sempre più sottile.

Pigliatutto

Chirico dice a Domani che non esiste alcun conflitto di interesse. E però persino nel programma su Radio 1 è riuscita a mescolare pubblico e privato: i primi due ospiti sono stati il presidente del Senato Ignazio La Russa e il ministro dell’Ambiente Guglielmo Pichetto Fratin.

Entrambi saranno pure protagonisti il 28 settembre dell’evento “The Young Hope” organizzato da Ac Advocacy e dall’associazione Fino a prova contraria, presieduta sempre da Chirico. Giunta alla quinta edizione, la scuola di Fino a prova contraria è dedicata ai giovani e può vantare sponsor di un certo livello: in prima linea le aziende di stato, come Poste Italiane, che nel 2022 ha staccato un contributo di 30mila euro.

La scorsa edizione è stata supportata anche da Sace, Leonardo, Snam, Saipem e molte altre. A queste si aggiungevano le multinazionali private: Google e Philip Morris, Edison e alcune banche.

Sace è l’azienda controllata dal ministero dell’Economia (amministratore delegato è Alessandra Ricci) che si occupa di servizi assicurativi per le imprese. Risulta che Sace ha stanziato per la scuola di Chirico 20mila euro nel 2022.

Non è l’unico sostegno: tra il 2021 e il 2022 ha acquistato spazi pubblicitari sul sito LaChirico.it per 39mila euro. Anche altri colossi controllati dal governo hanno versato cifre attorno ai 25 mila euro per ogni evento organizzato da Chirico, in media due o tre all’anno.

Contattata da Domani, ha declinato l’invito a replicare: «Ho già sentito parole che non mi piacciono. Scrivete quello che volete, sono molto curiosa di leggere». Su una cosa vuole essere chiara: «Non faccio la lobbista, vi sfido a trovare un solo contratto che abbia come oggetto questa attività».

Ci fidiamo, ma nel sito dell’azienda Ac Advocacy il termine «lobbying» proprio tra i servizi offerti ai clienti. «Quel sito non lo ricordavo neanche», conclude. «Diventa chi vuoi essere», è lo slogan sotto la testata de laChirico.it La nuova conduttrice Rai ha preferito non scegliere. Facendo sia la giornalista, sia l’esperta di «public affairs».

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