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Api sul tetto e fedelissimi assunti, Lollobrigida il ministro che non c’è

  • Di questi nove mesi al dicastero dell’Agricoltura si ricordano più le sue sparate che le misure approvate.
  • Chi frequenta il ministero dell’Agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste lo descrive come un «ministro distratto, che vorrebbe occuparsi di altra e di “alta” politica».​​​​​​
  • Nel frattempo ha riempito gli uffici di consulenti e collaboratori. E ha aperto le porte all’avanzata di Coldiretti.

 

In quella che può sembrare una gara tra membri del governo a chi la spara più grossa, lui è sicuramente nel gruppo di testa. Non ha perso tempo, cominciando subito dopo la vittoria elettorale: «La Costituzione è bella, ma va cambiata». Lancia il sasso, poi nasconde la mano. Anche da ministro ha continuato, senza sosta. Come ad aprile: «Non possiamo arrenderci alla sostituzione etnica». Citazione di una teoria suprematista? Macché: «Non sono razzista, ma ignorante». È facile ricordarsi sparate

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