Tra le 15 persone indagate nell’inchiesta sugli appalti dell’emergenza Covid-19 in Campania per i quali la procura ha chiesto la proroga delle indagini preliminari avviate lo scorso aprile c’è anche Enrico Coscioni, cardiochirurgo e consigliere per la Sanità del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca. Coscioni è presidente dell’Agenas, l'Agenzia nazionale incaricata di valutare l'efficienza dei sistemi sanitari regionali. Ma fa anche parte del consiglio di amministrazione di Ebris, l’Istituto europeo di ricerche biomediche di Salerno, oltre al ruolo di braccio destro del governatore campano.

Nei circa dieci filoni dell’inchiesta, gli inquirenti hanno ipotizzato il reato di turbativa d’asta. A finire sotto la lente di ingrandimento sono una serie di appalti, dalla vendita dei tamponi a quella delle mascherine, passando alla realizzazione dei Covid hospital. Tra gli indagati figurano anche il direttore dell'Istituto zooprofilattico di Portici Antonio Limone, l'imprenditore Antonio Fico, titolare del centro di analisi Ames di Casalnuovo, il presidente di Soresa Corrado Cuccurullo, i fratelli Alberto ed Enrico Venturato, titolari della "Med" di Padova (che si è aggiudicata gli appalti per la realizzazione degli ospedali modulari a Ponticelli, Caserta e Salerno), il consigliere regionale Luca Cascone, il dirigente della Protezione civile regionale Italo Giulivo e alcuni imprenditori. Sono quattro i pm a condurre le indagini: Antonello Ardituro, Simone De Roxas, Mariella Di Mauro e Henry John Woodcock.

Noi di Domani vi avevamo raccontato così la figura di Enrico Coscioni in un articolo di Nello Trocchia del 13 novembre scorso:

Il conflitto di Coscioni: è consulente di De Luca e vigila sui dati Covid

I numeri dei contagi vengono comunicati dalle regioni e arrivano alla cabina di regia nazionale. Sulla base di quei numeri e di un algoritmo, vengono disposte chiusure, aperture e il colore da assegnare alle regioni. A vigilare su quei numeri c’è l’Agenas, agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che risponde al ministero della Salute. Il colore della Campania da giallo è appena diventato rosso. In tutti i passaggi di questo processo decisionale è coinvolto un professore, Enrico Coscioni, dai mille ruoli.

Coscioni è consigliere per la sanità del presidente campano De Luca. I dati partono dall'unità di crisi della regione Campania di cui fa parte Coscioni e arrivano al ministero, alla cabina di regia nazionale, di cui fa parte Coscioni e poi all'Agenas che presiede Coscioni.

Coscioni non sente il peso dei troppi incarichi. «Noi, come Agenas, facciamo solo un’operazione di trasparenza, riceviamo i dati dal ministero e li pubblichiamo», dice. Basta guardare il sito dell'agenzia per scoprire che Agenas ha tra i compiti il «monitoraggio, analisi e controllo dell’andamento dei singoli sistemi sanitari regionali». Coscioni è a capo di una struttura che monitora la sanità anche quella della Campania di cui Coscioni è consulente. «Guardi che l’ultimo presidente di Agenas era l’assessore regionale del Veneto, è sempre stato così. Il presidente non ha un compito operativo, è solo a capo del cda».

Ma Coscioni è anche nella cabina di regia del ministero: «Non abbiamo ruolo nell’assegnazione dei colori, dipende dall’algoritmo, prima avevamo un ruolo quando c’erano gli alert. Noi prendiamo solo atto». Il nove novembre la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, aveva evidenziato, in un tweet, che dalla regione Campania non erano ancora arrivati i dati, quelli che elabora l'unità di crisi della regione di cui fa parte Coscioni. «Non lo so, non so di cosa parla, i dati sono sempre stati tutti presenti», replica lui.

Ci sono state polemiche anche sui dati delle terapie intensive in regione Campania. Coscioni il 3 novembre all’agenzia Dire parla di 630 posti in terapia intensiva, il bollettino della regione ne conta 590. «I numeri sono quelli, sono in aumento, ora sono 656. Aumentano perché sono stati realizzati posti nuovi e stiamo attivando nuovi posti come in tutte le regioni».

MODELLO CAMPANIA

Coscioni, nella stessa intervista del 3 novembre, rivendicava l'eccellenza del modello campano: «La nuova ondata epidemica non ci ha trovati impreparati». Due giorni fa a Castellammare di Stabia sono morti sulle barelle due persone perché non c'erano posti, al Cotugno si visitano le persone in auto, altrove muoiono in attesa di ambulanze con il 118 sommerso dalle richieste. Sempre a Castellammare ci sono ammalati su barelle, sulle sedie, su strapuntini. Ma Coscioni non vuole parlare di questo: «Se lei vuole un’intervista, si prenoti». Eppure Coscioni ricopre anche un altro incarico. Due anni fa, hanno denunciato le opposizioni, M5S in testa, per Coscioni è stato sdoppiato un reparto per farlo diventare primario di cardiochirurgia dell'ospedale salernitano Ruggi.

Intanto la decisione di rendere zona rossa la Campania ha scatenato la rabbia del presidente della regione Vincenzo De Luca. Non ha usato mezzi termini attaccando il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris e l’intero governo. «Fatti salvi 3-4 ministri non è un governo, anziché andare allo sbaraglio sarebbe meglio avere un Governo che non produca il caos che è stato prodotto in Italia. In queste condizioni meglio mandare a casa il Governo», dice De Luca nella sua consueta diretta Facebook.

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