«Sottolineo in modo forte che D'Alema non aveva alcun mandato formale o informale a trattare per conto di Leonardo», lo ha detto Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, in audizione alla commissione Difesa del Senato, rispondendo a una domanda sul caso delle trattative per le commesse di armi alla Colombia.

  • «Nel caso specifico, il presidente D'Alema - ha detto l’ad - ha prospettato a Leonardo che queste opportunità potessero essere maggiormente concrete ma fin da subito ha chiarito che sarebbe rimasto del tutto estraneo alle future eventuali attività di intermediazione» e «solo sulla base di queste assunzione l'azienda ha avviato le previste attività di verifica della fattibilità e percorribilità di queste ulteriori opportunità»
  • Secondo quanto emerso da un’inchiesta della Verità, a settembre scorso sarebbe iniziata una trattativa condotta dall’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, con il ministero della Difesa colombiano, per la vendita di «4 corvette Fcx30 e due sommergibili classe Trachinus prodotti da Fincantieri e di alcuni aerei M346», per l’addestramento dei piloti, prodotti da Leonardo. 

  • «Ricordo – ha aggiunto Profumo parlando in Commissione – che questa opportunità dei 346 avrebbe significato, dal nostro punto di vista, entrare in un mercato, quello dell'America Latina nel quale siamo assenti con i trainer, fighter attack e il light fighter attack». Una opportunità, ha spiegato, che «avrebbe significato circa 500 posti di lavoro per 4 anni a Venegono, circa 300 milioni di forniture per il nostro indotto e 1.500 persone al di fuori dei nostri stabilimenti di lavoro». 

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