L’attivista svedese Greta Thunberg è stata arrestata a Londra durante una manifestazione pro-Palestina dalla polizia britannica. A renderlo noto è l’organizzazione promotrice dell’evento Palestine Action, gruppo messo al bando da luglio con l’accusa – da parte del Regno Unito – di terrorismo.  

La manifestazione era stata indetta per solidarizzare e protestare per la detenzione preventiva di otto detenuti del gruppo.

Attualmente gli attivisti stanno conducendo uno sciopero della fame a oltranza da più di 50 giorni per protestare contro la loro condizione processuale e carceraria. 

L’attivismo di Thunberg

L’attivista svedese è una delle più note attiviste mondiali per il clima. Ha iniziato la sua battaglia in solitaria nel 2019 per poi unire un’intera generazione in un grande movimento di massa chiamato “Fridays for future”. 

Da tempo però Greta Thunberg aveva ampliato le sue battaglie, unendo la giustizia ambientale con quella sociale. 

Nello specifico, Thunberg si era fatta volto e voce delle moltissime manifestazione a favore della Palestina ed era, per questo, già stata arrestata il 4 settembre 2024 a Copenaghen per aver partecipato all'occupazione di un edificio dell'Università di Copenaghen. Protestando in quell’occasione contro la collaborazione dell'ateneo con università israeliane.

L’arresto a Londra

Secondo le prime ricostruzioni, Greta Thunberg esponeva al momento dell’arresto un cartello contro il genocidio davanti agli uffici di una società assicuratrice legata a forniture militari per Israele, la Aspen Insurance. Una compagnia assicurativa della società israeliana produttrice di armi Elbit Systems. Sul cartello esposto da Thunberg c’era scritto: “Sostengo i detenuti di Palestine Action. Mi oppongo al genocidio”. 

La legge sul terrorismo

Le proteste sono motivate – secondo gli organizzatori – dall’utilizzo della legge anti-terrorismo che punisce fino a 14 anni di carcere il sostegno al gruppo Palestine Action, noto movimento di azione diretta in solidarietà al popolo palestinese. La decisione – voluta dal primo ministro Starmer –  mette per la prima volta al bando come organizzazione terroristica un gruppo britannico di disobbedienza civile non violento. 

   

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