Continuano gli arresti per l’assalto alla Cgil dello scorso ottobre, il Gip del Tribunale di Roma ha disposto misure cautelari personali nei confronti di cinque soggetti, gravemente indiziati di aver preso parte, a vario titolo, alle violenze perpetrate ai danni della sede capitolina del sindacato, a margine della manifestazione indetta in Piazza del Popolo il 9 ottobre 2021. Le misure si aggiungono alle 25 già precedentemente eseguite nell’ambito della stessa attività di indagine e vedono attualmente a processo anche i leader di Forza Nuova Roberto Fiore e Giuliano Castellino.

Tra gli arrestati Nicola Franzoni, noto per l’appartenenza a movimenti orbitanti nella galassia dei No Vax e nell’area dell’estrema destra, per lui è stata decisa la custodia cautelare in carcere. Contro di lui in passato una denuncia per apologia del fascismo e dal suo profilo social la richiesta ai suoi follower di creare una milizia.

Sono poi stati sottoposti all’obbligo di dimora presso il comune di residenza Claudio Toia, vicino al movimento di estrema destra Forza Nuova e appartenente al gruppo ultras juventino “Antichi Valori”, e Alessandro Brugnoli, militante di Forza Nuova.

Obbligo di dimora e divieto di allontanamento dall’abitazione anche per Mirko Passerini ed Emiliano Esperto. L’attività investigativa condotta dalla Digos, con l’ausilio del locale gabinetto di polizia scientifica, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha permesso, attraverso la visione dei filmati raccolti in diversi ambiti, di raccogliere quelli che per la procura sono «inconfutabili indizi di colpevolezza» in ordine ai reati di devastazione e saccheggio aggravato; violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata, nonché, nei confronti di Franzoni, destinatario della misura cautelare in carcere, anche di istigazione a disobbedire alle leggi e violazione della misura di prevenzione del divieto di ritorno nel Comune di Roma.

I processi in corso

Prosegue così il lungo capitolo delle indagini sull’attacco alla sede del sindacato che è già sfociato in due diversi processi. Il primo riguarda i leader di Forza Nuova, il secondo con rito abbreviato vede tra gli imputati anche il figlio della compagna di Castellino, Fabio Corradetti. Negli scorsi mesi l’assalto è stato al centro del dibattito, la Cgil ha chiesto infatti di sciogliere Forza Nuova in quanto il partito per il sindacato è di chiaro stampo neofascista così come l’assalto. La questione è entrata in parlamento con degli ordini del giorno votati alla Camera e al Senato che però si sono limitati a chiedere al governo di valutare la situazione.

L’Anpi, associazione nazionale partigiani d’Italia, partendo dai suoi valori istitutivi ha chiesto di costituirsi parte civile sia nel processo con rito ordinario a Fiore e Castellino, sia in quello con rito abbreviato. Nel secondo caso la richiesta è stata accettata, nel primo invece è stata respinta. Nei giorni successivi Fiore e Castellino, insieme all’ex Nar Luigi Aronica e a Salvatore Lubrano del movimento “Io apro” hanno espresso la loro soddisfazione dal carcere di Rebibbia: «Dopo sei mesi di prigionia, dopo sei mesi di fango mediatico portiamo a casa una prima significativa vittoria: l'Anpi non è stata ammessa come parte civile» hanno fatto sapere tramite il difensore Carlo Taormina. Gli arresti continuano a riguardare da vicino il mondo dell’estrema destra, per l’Anpi l’esclusione dal processo a Fiore e Castellino è stata una scelta paradossale.

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