Secondo le autorità sanitarie degli Stati Uniti, AstraZeneca ha utilizzato dati «vecchi» e che forniscono informazioni «incomplete» nella sua richiesta di approvazione per il suo vaccino anti Covid-19. Per questa regione, all’approvazione nel paese del vaccino prodotto dall’azienda anglo-svedese potrebbe ritardare ancora.

«Chiediamo alla società di collaborare con noi e di pubblicare rapidamente dati aggiornati e acurati», ha scritto in una nota il Data and Safety Monitoring Board, il dipartimento incaricato di esaminare i dati clinici forniti dalle aziende farmaceutiche. Il DSMB è guidato da Anthony Fauci, il principale infettivologo americano.

La comunicazione del DSMB è arrivata dopo che ieri, AstraZeneca aveva annunciato i dati molto positivi della nuova sperimentazione realizzata negli ultimi mesi per ottenere l’approvazione all’uso del vaccino negli Stati Uniti. «Il vaccino AstraZeneca è di sicuro molto buono – ha detto oggi il dottor Fauci – ma il comunicato dell’azienda non era accurato».

Il vaccino AstraZeneca era già stato approvato nel Regno Unito, in Europa e in numerosi altri paesi, ma gli Stati Uniti hanno chiesto all’azienda di svolgere test su larga scala aggiuntivi rispetto a quelli compiuti l’estate scorsa in Sudafrica e Brasile.

Il nuovo studio clinico ha coinvolto oltre 30mila persone negli Stati Uniti, in Cile e in Perù. I risultati comunicati dall’azienda ieri apparivano buoni, con un’efficacia riportata del 79 per cento e una protezione del 100 per cento dal rischio di conseguenze gravi della malattia.

Ma secondo gli esperti del Dsmb americano, qualcosa non torna nelle cifre fornite dalla società, anche se non è chiaro ancora chiaro di cosa possa trattarsi. Paul Griffin, professore di medicina all’Università del Queensland in Australia impegnato negli studi sui vaccini anti Covid-19, ha detto a Bloomberg che «l’impressione è che il Dsmb stesse alludendo a qualcosa di davvero significativo».

Per AstraZeneca si tratta dell’ennesimo problema di un lungo elenco. La scorsa settimana, il suo vaccino era stato sospeso in gran parte d’Europa per il timore di effetti collaterali non segnalti tra le controindicazione.

La somministrazione ora è ripresa quasi ovunque dopo che l’Ema ha assicurato che il vaccino non causava un significativo aumento nel rischio di trombosi, ma le autorità sanitarie di alcuni paesi del Nord Europa rimangono scettiche a causa del possibile collegamento tra vaccino e una rara patologia che colpisce le vene del cervello.

Prima di questo incidente, AstraZeneca si è duramente scontrata con la Commissione Europea e il Parlamento, che accusano la società di aver violato il contratto tagliando le forniture all’Europa e spedendo all’estero dosi prodotte sul continente. Il conflitto non si è ancora risolto e la Commissione sembra avviata sulla strada della limitazione alle esportazioni.

Anche l’approvazione del vaccino da parte delle autorità europee ha avuto qualche problema. Inizialmente AstraZeneca aveva garantito che il suo vaccino aveva un’efficacia del 70 per cento. Si è poi scoperto che questa cifre era il frutto di una media tra due rami diversi dello studio, uno che aveva prodotto un’efficacia del 60 per cento e un altro che ne aveva prodotta una del 90 per cento.

© Riproduzione riservata