Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo del 2021, prima delle nuove misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, la Banca d’Italia ha condotto la quarta edizione dell’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane (Isf) per raccogliere informazioni riguardo agli effetti dell’epidemia da Covid-19 sulla situazione economica e sulle aspettative delle famiglie.

Le attese sulle prospettive dell’economia e sul mercato del lavoro sono migliorate. Tuttavia, le famiglie non si aspettano che l’emergenza sanitaria verrà superata in tempi brevi. Poco meno di un terzo dei nuclei ha riferito di aver subito un calo del reddito nell’ultimo mese, seppur il peggioramento delle condizioni reddituali sia stato mitigato dalle misure di sostegno.

I comportamenti di consumo continuano a risentire dell’emergenza sanitaria: per le famiglie che arrivano con difficoltà alla fine del mese la contrazione dipende in prevalenza dalle minori disponibilità economiche. Mentre per i nuclei più abbienti pesano soprattutto le misure di contenimento e la paura del contagio.

I dati dello studio

Le interviste sono state condotte tramite un dispositivo di collegamento a distanza e hanno coinvolto oltre 2.800 nuclei familiari. Le principali evidenze che emergono da un’analisi descrittiva dei dati sono molteplici.

Un dato allarmante è che oltre il 60 per cento dei nuclei familiari dichiara di avere difficoltà economiche ad arrivare alla fine del mese, 10 punti percentuali in più rispetto al periodo precedente la pandemia. La percentuale è aumentata di oltre 20 punti (al 65 per cento) per i nuclei il cui capofamiglia è un lavoratore autonomo. Poco meno del 40 per cento delle famiglie riporta che negli ultimi dodici mesi si è verificato che il reddito familiare non fosse sufficiente a coprire le spese: quasi la metà di queste riferisce che in assenza di reddito o trasferimenti non disporrebbe di risorse finanziarie proprie per far fronte ai consumi essenziali nemmeno per un mese.

Quasi il 70 per cento delle famiglie, inoltre, prevede per l’anno in corso un reddito pari a quello percepito nel 2020. Poco più di un sesto si attende che sarà inferiore. Un dato che aumenta se si pensa a chi ritiene che l’emergenza sanitaria si protrarrà ancora a lungo. Solo il 16 per cento ritiene che verrà meno nel corso del 2021, mentre un terzo stima che si protrarrà almeno fino al 2023.

Passando, invece, alle risposte relative alle prospettive generali dell’economia, pur restando negativo, il dato è tornato a migliorare. La percentuale di famiglie che nell’ultima edizione si attende un netto peggioramento del quadro generale nei successivi dodici mesi è diminuita del 9 per cento rispetto all’indagine condotta a novembre 2020. Anche le aspettative sul mercato del lavoro nei successivi dodici mesi sono più favorevoli, a esclusione dei nuclei con capofamiglia nella posizione di lavoratore autonomo.

I comportamenti di consumo delle famiglie continuano a risentire dell’emergenza sanitaria. Oltre l’80 per cento dichiara di aver ridotto le spese per servizi di alberghi, bar e ristoranti e di aver effettuato meno frequentemente acquisti in negozi di abbigliamento rispetto al periodo precedente la pandemia. Un dato facilmente spiegabile anche per via delle restrizioni imposte per limitare la diffusione del Covid-19, con l’introduzione di chiusure dei locali aperti al pubblico e l’introduzione del coprifuoco.

Una quota significativa di famiglie, infatti, ha risparmiato nell’ultimo anno. Circa il 40 per cento riferisce di aver speso meno del reddito annuo nel 2020, riuscendo ad accumulare un po’ di risparmio. Tra queste, quasi un terzo lo ha fatto in misura più intensa che nel 2019. L’aumento del risparmio prevale però solo tra i nuclei che arrivano facilmente o abbastanza facilmente alla fine del mese, che tipicamente detengono la maggior parte del risparmio. Inoltre, il 45 per cento dei nuclei prevede che nei prossimi dodici mesi spenderà meno del proprio reddito annuo. Le intenzioni di risparmio sono diffuse sia tra le famiglie che arrivano facilmente alla fine del mese sia tra quelle che dichiarano di avere maggiori difficoltà economiche.

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