Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata alla vicenda di Silvana Saguto, la giudice del Tribunale di Palermo che gestiva i beni sequestrati alla mafia finita al centro di un’indagine partita nel 2015 dalla procura di Caltanissetta. Nella condanna di primo grado i magistrati hanno accertato scambi di favori e di soldi tra la Saguto, avvocati e amministratori giudiziari.

Deve premettersi qualche considerazione preliminare sulla procedura di prevenzione Buttitta, pendente presso il Tribunale di Palermo ed iscritta al n.147/2007 Rmp.

E' emerso nel corso dell'istruttoria che il gruppo Buttitta - sottoposto a sequestro di prevenzione il 10 gennaio 2008 e il cui amministratore giudiziario era Gaetano Cappellano Seminara - era costituito da tre cave (Cava Consona, Cava Giardinello e Cava Valle Rena), una ditta individuale, una società di trasporti, una società immobiliare e un'azienda agricola; vi era infine la società Orima che si occupava di tutti i servizi, tra i quali quello di riparare i mezzi di tutte le società del gruppo.

Il 12 maggio 2008, Cappellano Seminara formulava istanza affinché Lorenzo Caramma venisse nominato coadiutore tecnico della procedura Buttitta, per coordinare l'attività di gestione delle problematiche tecniche connesse alla manutenzione e movimentazione degli impianti, dei mezzi e delle attrezzature di cava. La richiesta, formulata a maggio, indicava come decorrenza il mese di gennaio 2008.

Il I 5 maggio 2008 l'istanza veniva autorizzata dal giudice delegato. il compenso attribuito inizialmente a Lorenzo Caramma ammontava ad € 4.000,00 bimestrali, così suddiviso: 1.600,00 a carico di Cava Consona s.r.l.; € 600,00 a carico di ORIMA Service s.r.l.; € 400,00 euro a carico della ditta Buttitta Salvatore; € 600,00 a carico della ditta Valle Rena s.n.c., € 800,00 mensili a carico della ditta Cava Giardinello s.r.l.. I testimoni Fidel Carollo e Stefano Buscemi (il primo addetto ai pagamenti del gruppo Buttitta e il secondo consulente contabile dell'amministratore giudiziario, entrambi sentiti all'udienza del 26.3, 2018) hanno descritto le attività svolte da Lorenzo Caramma, nominato coadiutore giudiziario all'interno del gruppo Buttitta. L'imputato si occupava della manutenzione dei mezzi e del coordinamento dell'officina, dirigendo quindi gli operai e il responsabile degli acquisti. Il compenso di Caramma, che si aggirava inizialmente attorno ai duemila euro mensili, successivamente era stato aumentato. La variazione del compenso era stata determinata, secondo quanto aveva detto l'amministratore Cappellano Seminara a Fidel Carollo, dall'attribuzione ai coadiutori di procure speciali (c.d. procure datoriali), che avevano conferito loro maggiori responsabilità.

L'accusa di falso ideologico rivolta agli imputati Cappellano Seminara e Lorenzo Carnmma nel capo 14 dell'imputazione concerne proprio l'istanza del 29 marzo 2012, con la quale Cappellano Seminara, amministratore giudiziario della procedura, chiedeva l'aumento del compenso bimestrale nei confronti di Lorenzo Caramma, coadiutore della procedura e procuratore speciale della OR.IMA s.r.l., da € 4.000,00 a bimestre ad € 6.000,00 a bimestre, rilevando: che vi era stato un incremento nel numero dei mezzi d'opera ed attrezzature meccaniche che aveva determinato "una sempre maggiore responsabilità da parte del coadiutore tecnico, impegnato nel coordinare le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria"; che Lorenzo Caramma aveva assicurato una "presenza costante e presso le singole imprese"; che Lorenzo Caramma si era occupato anche della "selezione sul mercato dei ricambi più vantaggiosi dal punto di vista economico, allorquando si [era] avuta l'esigenza di procedere alla sostituzione di parti meccaniche".

L’accusa di falso ideologico

Secondo l'accusa, invece, le ragioni addotte nell'istanza erano false, poiché (cosi come riportato nel capo 14 dell'imputazione): non vi era stato alcun incremento del numero dei mezzi d'opera e delle attrezzature meccaniche ma, semplicemente, alcuni mezzi vetusti erano stati sostituiti, […] Lorenzo Caramma si recava presso le singole imprese circa una volta alla settimana per non più di un 'ora, e talvolta ometteva persino di adempiere a questo minimo impegno, [...]

Lorenzo Caramma non si occupava della selezione sul mercato dei ricambi, e il suo contributo si limitava alla valutazione del prezzo indicato sui preventivi, che peraltro spesso erano unici, in quanto presentati dalle aziende costruttrici.

[…] Il 23.2.2012 erano poi stati ampliati i poteri conferiti a Lorenzo Caramma, con revoca dei precedenti limiti di spesa.

[...]Orbene, cosi ricostruite le posizioni delle parti, ritiene il collegio che le risultanze dibattimentali abbiano dimostrato la falsità ideologica dell'istanza di Cappellano Seminara del 29 marzo 2012 in relazione alle affermazioni ivi contenute. Con riferimento alla maggiore responsabilità del coadiutore Lorenzo Caramma anche per l'incremento del numero dei mezzi d'opera, i testimoni escussi nel corso del dibattimento (Fidel Carollo, Gandolfo Patti, Stefano Buscemi e Giuseppe Tagliareni, esaminati all'udienza del 26.3.2018) hanno concordemente affermato che, nel corso dell'amministrazione giudiziaria di Cappellano Seminara, durante la quale Lorenzo Caramma si occupava anche degli acquisti e delle sostituzioni dei mezzi meccanici, vi erano stati diversi acquisti di mezzi d'opera, ma molti di questi servivano a sostituire mezzi o attrezzature ormai non più utilizzati.

[…] Può, quindi, sul punto affermarsi, ad avviso del Collegio, che non vi sia stato un effettivo incremento dei mezzi d'opera utilizzati all'interno delle cave del gruppo Buttitta. Né a valutazioni diverse può giungersi sulla base delle conclusioni del consulente di parte ing. Pandolfo.

Invero, l'elenco dei mezzi acquistati nel corso dell'amministrazione giudiziaria riportato dal consulente Pandolfo non tiene conto delle dismissioni dei beni obsoleti che gli acquisti andavano a sostituire.

A fronte, infatti, di dichiarazioni testimoniali univoche, che affermano una sostanziale stabilità del numero complessivo dei mezzi del gruppo Buttitta, il mero elenco degli acquisti effettuati non dimostra un incremento del numero totale del parco mezzi, né la necessità di un aumento così cospicuo del compenso al coadiutore giudiziario. Invero, avuto riguardo, in maniera più specifica, alla consulenza redatta dall'lng. Pandolfo, risulta che gli acquisti sono quasi tutti successivi all'istanza per l'autorizzazione all'aumento dei compensi di Caramma e, dunque, non possono essere presi in considerazione, in quanto nell'istanza si afferma letteralmente “il crescente numero" dei mezzi d'opera "ha richiesto una sempre maggiore responsabilità da parte del coadiutore tecnico", facendo pertanto riferimento ad una circostanza già verificatasi al momento della presentazione dell'istanza ed agli acquisti già effettuati e non a quelli meramente programmati.

Gli unici acquisti antecedenti all'istanza sono, invece, talmente risalenti nel tempo da non poter essere presi in considerazione o sono, comunque, estremamente modesti o, in altri casi ancora, sono espressamente qualificati come funzionali alla sostituzione di mezzi divenuti obsoleti.

Del resto, anche un incremento di qualche unità del numero dei mezzi non avrebbe giustificato una così rilevante crescita del compenso del coadiutore Caramma, non essendo l'imputato ad occuparsi materialmente della manutenzione che avveniva all'interno dell'officina meccanica di Orima. Alla medesima conclusione, in punto di falsità, deve giungersi in relazione alla affermazione della "presenza costante in azienda" di Lorenzo Caramma. Dall'esame del maresciallo Sorino è emerso l'esito di un'attività di indagine che la Guardia di Finanza ha svolto con riferimento alle celle di aggancio dell'utenza 336******* in uso a Lorenzo Caramma.

Quasi mai al lavoro

[…] Dall'analisi complessiva delle celle di aggancio, nonché dal riscontro proveniente dall'attività di intercettazione telefonica in atto sull'utenza di Lorenzo Caramma, emergeva che lo stesso si era dunque recato nel territorio di Bagheria (all'interno del quale si trovano le aziende del gruppo Buttitta) solo nei giorni di mercoledì 13 maggio, mercoledì 3 giugno, mercoledì 9 giugno, lunedì 15 giugno, lunedì 22 giugno, lunedì 29 giugno. Il superiore accertamento ha trovato pure conferma nelle prove testimoniali.

Gandolfo Patti ha riferito che Caramma era il suo referente, […] e che, nel corso della settimana, quest'ultimo si recava in officina "regolarmente una volta" e vi si tratteneva per "un 'oretta e mezza. Un 'ora, un'oretta e mezza", mentre gli risultava che i termini della sua presenza fossero stati costanti per tutta la durata della collaborazione, senza differenze di sorta tra prima e dopo il 2012.

[…] Dunque, è dimostrato in giudizio, ad avviso del Tribunale, che Lorenzo Caramma si recava mediamente una volta alla settimana presso le aziende del gruppo Buttitta e, come chiarito dai testimoni, vi si tratteneva per circa un'ora. L'aumento rilevante dei compensi, quindi, non poteva certo giustificarsi con una crescita della presenza nelle cave o nell'officina della Orima, avendo i testimoni chiarito che l'imputato aveva mantenuto immutata la cadenza temporale con cui garantiva la sua presenza in azienda.

[…] Ma, del resto, è anche emerso nel processo che Lornzo Caramma era quotidianamente impegnato nella sua attività di insegnante presso un istituto scolastico palermitano ed aveva un solo giorno libero la settimana. Peraltro, che l'attività lavorativa di Lorenzo Caramma all'interno del gruppo Buttitta, non fosse di grande rilievo (e tale da non giustificare un compenso mensile di tremila euro), è confermato anche dall'intercettazione n. 774 del 10.7.2015 intercorrente tra Silvana Saguto e Rosolino Nasca, in cui la prima dice al secondo che l'impegno del marito nella procedura Buttitta era "blando", poiché lo stesso, come dice la stessa Saguto, si recava una volta a settimana in azienda.

[…] Per le stesse ragioni, a nulla vale addurre che Caramma era, altresì, impegnato una volta a settimana nel comitato tecnico della procedura Buttitta, atteso che la falsità contestata afferisce alla dicitura "presenza costante presso le singole imprese", ed è pertanto irrilevante che Caramma partecipasse anche alle riunioni di coordinamento una volta la settimana.

[…] Non può non evidenziarsi, inoltre, come la procura datoriale sia stata conferita a Caramma solo per la società Orima Service s.r.l. e non anche in relazione alle altre società dei gruppo Buttitta, mentre l'aumento dei compensi, invece, è stato suddiviso tra Cava Consona, Orima Service s.r.l., impresa individuale Buttita Salvatore, Valle Rena s.n.c. e Cava Giardinello s.r.l.

Anche tale circostanza conferma che l'aumento dei compensi non era fondato sulle maggiori responsabilità di Lorenzo Caramma derivanti dalla procura datoriale ricevuta per la società Orima, bensì per attribuire allo stesso un immeritato benefit giustificato su false affermazioni.

[…] In definitiva, dunque, ritiene il Tribunale che Cappellano Seminara, in concorso con Lorenzo Caramma, beneficiario dei compensi, abbia alterato la realtà, costruendo un'istanza dal contenuto falso, al fine di creare un'apparenza tale da giustificare un forte aumento dei compensi (pari a 1.000,00 euro al mese), che non trovava una reale giustificazione in una crescita dell'impegno professionale di Lorenzo Caramma. Il delitto di falso ideologico contestato, pertanto, si è configurato in cupo agli imputati Cappellano Seminara e Lorenzo Caramma tanto sotto il profilo materiale che sotto il profilo soggettivo, indubbia essendo la coscienza volontà degli stessi di rendere una rappresentazione della prestazione lavorativa resa dal Caramma nella procedura Buttitta così difforme dal vero.

L'istanza di aumento di compensi del 29 marzo 2012 si inserisce, del resto, nell'ambito del più ampio rapporto corruttivo esistente tra gli odierni imputati e dimostra, ancora una volta, come Cappellano Seminara tendesse in ogni modo a corrispondere denaro, quale prezzo della corruzione, al nucleo familiare Saguto-Caramma.

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