Paolo Borsellino sa già tutto. Conosce ogni piega dell’indagine, ha esaminato i profili dei personaggi coinvolti, ora all’Ucciardone ci sono anche i tre killer del capitano. Sembra un incastro perfetto. Un caso chiuso.
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è incentrata sul giudice Paolo Borsellino e sull’attento di via d’Amelio a trent’anni di distanza.
Il giudice non lo sa ancora: quella sui tre sicari di Emanuele Basile si rivelerà l’inchiesta più tormentata degli Anni Ottanta, il simbolo della giustizia «aggiustata» nella Sicilia mafiosa.
L’omicidio è avvenuto a Monreale ma è la Cupola che l’ha ordinato.
Il capitano ha portato avanti un’indagine iniziata dal commissario Boris Giuliano, valigie piene di dollari sequestrate a Punta Raisi, direttori di banca collusi, un traffico di eroina tra Altofonte e gli Stati Uniti. E non solo. L’ufficiale ha scoperto anche gli
oscuri rapporti fra alcuni boss e alti prelati dell’arcivescovado.
La diocesi di Monreale è la più ricca, la più estesa e la più misteriosa dell’isola. Vescovi chiacchierati e preti mafiosi.
Paolo Borsellino sa già tutto. Conosce ogni piega dell’indagine, ha esaminato i profili dei personaggi coinvolti, ora all’Ucciardone ci sono anche i tre killer del capitano.
Sembra un incastro perfetto. Un caso chiuso.
Quando l’inchiesta riprende, ciò che appariva chiaro s’intorbida all’improvviso. Nel suo ufficio si presentano falsi testimoni. Qualcuno tenta di manipolare una perizia balistica. Arrivano «consigli» e minacce ai medici legali, agli avvocati di parte civile, a lui stesso.
Il giudice sospetta che qualcuno stia spiando i suoi movimenti. E ogni atto dell’indagine.
Non è un processo facile. È un inferno.
Borsellino conduce la sua istruttoria scansando insidie e trappole.
Quasi un anno dopo, il 6 aprile del 1981, rinvia a giudizio Armando Bonanno, Vincenzo Puccio e Giuseppe Madonia per l’uccisione del capitano Basile.
Il processo è fissato per l’autunno.
Gli imputati sono tre, ma è tutta la mafia di Palermo alla sbarra.
È la prima volta che tre sicari di «famiglie» importanti sembrano non avere scampo.
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