Boris Johnson in missione in India. Il premier britannico è volato nel paese asiatico per incontrare il primo ministro Narendra Modi con due obiettivi precisi: rafforzare i legami commerciali tra Regno Unito e India, e cercare di strapparla dal legame economico e militare con la Russia.

La ricerca di una Global Britain

Una visita di due giorni, giovedì 21 e venerdì 22, tra lo stato di Gujarat e New Delhi, definita storica da Londra, che ha già annunciato un accordo da un miliardo di sterline di cooperazione economica tra i due paesi. Un’intesa che, secondo quanto reso noto da Downing Street, creerà circa 11mila posti di lavoro nel Regno Unito grazie a investimenti commerciali in diversi settori, in particolare nel campo sanitario e tecnologico.

Come prevedibile, Johnson ha usato toni trionfalistici per descrivere l’accordo, sottolineando il rafforzamento delle relazioni tra i due paesi che porteranno opportunità e benefici per le popolazioni. 

Ma c’è di più. India e Regno Unito da gennaio stanno trattando su un accordo di libero scambio. Londra, dopo l’uscita dall’Unione europea, ha puntato forte sulle partnership con i paesi dell’indo-pacifico, cercando di stringere accordi commerciali bilaterali in particolare con le nazioni del Commonwealth, per perseguire il suo progetto di Global Britain con cui spera di ritagliarsi un nuovo ruolo internazionale.

Con l’India i negoziati sono ancora in ballo e per convincere Modi, Boris Johnson sarebbe pronto a mettere sul piatto anche un maggior numero di visti per i migranti indiani, in cambio del raggiungimento di un’intesa. Un’apertura che di certo non è motivata da uno spirito di solidarietà, ma mossa dall’esigenza di assicurare al regno la manodopera necessaria.

Una scelta particolare se si considera che solo qualche giorno fa, il premier ha annunciato di voler trasferire in Ruanda alcuni migranti giunti dallo stretto della Manica in attesa dell’iter burocratico per i loro permessi.

Rompere l’asse India-Russia

Il viaggio di Johnson in India è stato posticipato per due volte a causa della situazione pandemica. Ora si svolge in un contesto completamente diverso di quando era stata pensata, con la guerra in Ucraina che ha ripercussioni anche tra i rapporti tra i due paesi.

Il motivo è la tradizionale relazione tra l’India e la Russia, dal punto di vista energetico e soprattutto militare. Johnson spera di riuscire quantomeno a incrinare l’asse tra i due paesi, spingendo Modi a smarcarsi dai rapporti con Mosca per scivolare nel blocco occidentale.

Un obiettivo emerso fin dalle parole del premier britannico alla vigilia della partenza, quando ha ribadito l’apprezzamento per i rapporti con l’India, partner strategico importante per il Regno Unito «in questi tempi incerti», e la necessità che le «democrazie rimangano unite mentre affrontiamo le minacce alla nostra pace da parte degli stati autocratici».

Ma è un compito arduo, anche se non impossibile. Per l’India, la Russia è un partner fondamentale, sia da un punto di vista economico che da quello militare. Nel dicembre 2021 i due paesi hanno stretto rilevanti accordi di cooperazione industriali e commerciali.

Tra il 50 e il 60 per cento degli armamenti indiani è ancora di fabbricazione russa, nonostante in questi ultimi cinque anni gli acquisti militari dalla Russia siano calati circa del 50 per cento. Il paese ha infatti provato a diversificare le commesse di armi.

Un fattore che comunque porta New Delhi alla dipendenza da Mosca per la manutenzione, il ricambio e l'approvvigionamento delle armi. Sottomarini, carri armati, portaerei e molti aerei da combattimento in dote all’esercito indiano sono infatti di produzione russa, sebbene il paese abbia diversificato le commesse di armi con accordi con Stati Uniti e occidente.

La guerra in Ucraina scatenata dal Cremlino e le conseguenti reazioni occidentali, sanzioni in primis, hanno però posto l’India davanti a un problema di campo che deve sciogliere. Senza contare che il conflitto in corso ha e avrà riflessi anche sulle relazioni tra Russia e Cina, soggetto con cui l’India è in permanente stato di tensione, nonostante segnali di possibile avvicinamento.

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