Sabato 3 ottobre a Catania, Matteo Salvini si presenterà alla prima prima udienza preliminare per il caso Gregoretti, la nave della guardia costiera che lo scorso luglio è stata bloccata per cinque giorni nel porto di Augusta con a bordo 131 migranti provenienti dalla Libia. Salvini, che all’epoca era ministro dell’Interno del primo governo Conte, è accusato di sequestro di persona aggravato per aver impedito lo sbarco delle persone a bordo della nave, un ordine che, secondo l’accusa, era in contrasto con le leggi internazionali in materia di soccorso in mare.

L’udienza, che potrebbe essere soltanto la prima di una serie, servirà al giudice per le indagini preliminari per decidere se rinviare a giudizio Salvini, chiedere un supplemento di indagini o proscioglierlo dalle accuse.

Il blocco

L’episodio da cui è nato il caso è avvenuto nel luglio del 2019, quando la nave Gregoretti ha imbarcato 135 persone salvate da altre due motovedette in un’operazione di soccorso coordinata dalle autorità italiane. Quel giorno Salvini ha dichiarato: «Non darò a nessuno il permesso di sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave».

Nelle prime ore del 27 luglio, la Gregoretti è arrivata al porto di Catania, ma senza ricevere il permesso di sbarcare i suoi passeggeri. Soltanto una donna incinta, i due figli e il padre vennero fatti scendere. Secondo i magistrati, con le sue ripetute dichiarazione di quelle ore, che i funzionari del ministero avrebbero tradotto non assegnando un porto di sbarco alla nave, Salvini avrebbe commesso il reato di sequestro di persona.

Nelle ore successive, la Gregoretti, con ancora 131 persone a bordo, è stata inviata al porto militare di Augusta dove è rimasta ormeggiata per cinque giorni. In questo periodo, la procura di Siracusa e la procura dei minorenni di Catania hanno ordinato di far sbarcare quindici minori. Il 30 luglio, la procura di Siracusa ha inviato un’ispezione a bordo della nave con cui ha individuato 29 persone malate di scabbia.

Il 31 luglio, dopo che la Conferenza dei vescovi italiani e i governi di Germania, Francia, Portogallo, Lussemburgo, Irlanda avevano dato la loro disponibilità ad accogliere i migranti a bordo della nave, venne finalmente autorizzato lo sbarco dei restanti passeggeri.

(Mauro Scrobogna /LaPresse)

Le accuse

Secondo i magistrati, Salvini è colpevole del reato di sequestro di persona aggravato perché in base alle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia le persone salvate in mare devono essere condotte nel più breve tempo possibile in un place of safety, cioè un luogo di sbarco sicuro. Le norme italiane contenuti nei vari decreti sicurezza, che permettevano di proibire lo sbarco in Italia, non si sarebbero potute applicare poiché la Gregoretti è una nave militare italiana che stava conducendo un’operazione coordinata dalla centrale dei soccorsi di Roma.

Secondo la memoria difensiva degli avvocati di Salvini, che costituirà probabilmente l’elemento principale della sua difesa, le norme internazionali non sarebbero state violate, poiché i trattati non obbligano uno sbarco immediato delle persone salvare (la memoria difensiva è stata analizzata su Domani da Vitalba Azzolina). Inoltre, la Gregoretti poteva essere considerata un place of safety, poiché era ormeggiata a un molo e alle persone a bordo «furono assicurati beni di prima necessità e cure».

Gli avvocati di Salvini sostengono inoltre che era necessario far attendere a bordo della nave i migranti salvati poiché le trattative sulla redistribuzione dei migranti salvati si sono rivelate particolarmente lunghe e complesse. Ma secondo i giudici del tribunale dei ministri, che avevano chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere contro Salvini, il coinvolgimento di altri paesi nell’accoglienza non può ridurre l’obbligo di «garantire nel modo più sollecito il soccorso e lo sbarco dei migranti in un luogo sicuro».

Salvini ha più volte parlato delle responsabilità dell’interno governo nelle sue scelte dell’epoca e in particolare di quelle del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Conte però ha sempre respinto le accuse di essere coinvolto o responsabile delle decisioni di Salvini. All’epoca, ha sempre sostenuto, era in vigore il cosiddetto “decreto sicurezza bis”, che dava ampi margini al ministero dell’Interno per gestire gli sbarchi. Nei giorni del blocco, Conte non prese posizioni pubbliche a favore dello sbarco, come avrebbe poi fatto in altre occasioni.

(Mauro Scrobogna/LaPresse)

L’udienza

Sabato, durante l’udienza, dovrebbe tenersi una dimostrazione della Lega e dei sostenitori di Salvini. La manifestazione dovrebbe culminare con un comizio di Salvini al termine dell’udienza. Da giovedì, alla dogana del porto di Catania è in corso un convegno della Lega intitolato “Gli italiani scelgono la libertà”, con una serie di dibattiti a cui hanno partecipato parlamentari e rappresentanti locali della Lega.

Le manifestazioni leghiste dovrebbero tenersi lontano dal palazzo di giustizia, dove, nel giorno dell’udienza, saranno sospese tutte le altre attività. Oltre duecento giornalisti italiani e stranieri si sono accreditati per seguire l’udienza. Per evitare disordini, il comune di Catania ha vietato la circolazione in tutte le strade vicine al palazzo di giustizia.

Al momento Salvini è indagato anche a Palermo, per un caso simile che riguarda il blocco della nave della ong Open Arms. Lo scorso luglio, il Senato ha autorizzato la procura a procedere contro Salvini, ma il tribunale di Palermo non ha ancora fissato la data per l’udienza preliminare.

(LaPresse/Marco Cantile)

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