antichi pregiudizi

Il professionismo del calcio femminile che mette fine a una lunga ipocrisia

Foto AGF
Foto AGF
  • Lo scorso martedì il Consiglio della Figc ha modificato le regole organizzative che permettono alle calciatrici della Serie A di diventare professioniste. Si tratta di un atto rivoluzionario perché in Italia è la prima apertura al professionismo formale nel settore femminile. Ma i distinguo persistono.
  • L’ingaggio sarà allineato agli standard della Serie C maschile, con il minimo annuo di 26mila euro. Vengono riconosciuti i diritti pensionistici e assistenziali, ma soprattutto quello alla maternità che era già stato tutelato dalla Fifa.
  • Sul piano del tesseramento il movimento è in crescita. Ma si continua a sollevare eccezioni sulla sostenibilità economica del professionismo sportivo al femminile, anziché interrogarsi su quella del professionismo sportivo tout court.

Un passo epocale. In Italia il calcio femminile diventa professionistico dal 1° luglio 2022 e traccia una linea che adesso non potrà più essere ignorata. Perché il messaggio è forte e parla a tutto lo sport italiano, sollecitandolo a fare i conti una volta per tutte con le sue ipocrisie. E perché adesso una scelta così forte andrà anche sostenuta e agevolata economicamente, per evitare che rimanga soltanto una petizione di principio. Per il momento rimane agli atti il colpo battuto dalla Fede

Per continuare a leggere questo articolo