Un bel colpo di spugna e tutti a casa per festeggiare la santa Pasqua. Al termine di un procedimento straordinariamente rapido il tribunale federale nazionale (Tfn) della Figc, la federazione italiana del calcio, ha assolto tutti i club (in serie A si tratta di Empoli, Genoa, Juventus, Napoli e Sampdoria) e i tesserati deferiti dalla procura federale per la vicenda delle plusvalenze sospette.

Nel giro di soli tre giorni un processo sportivo dai profili tecnici estremamente complessi si è consumato e ha portato a un giudizio generalizzato di non colpevolezza. Lo ha reso noto un comunicato della Figc, giunto anch’esso con velocità inattesa dato che i pronostici lo davano disponibile per il tardo pomeriggio.

E invece la corte presieduta da Carlo Sica ha ritenuto di non dovere indugiare oltre. Il testo messo in rete dalla federazione contiene soltanto il dispositivo della sentenza, mentre per la pubblicazione delle motivazioni sarà necessario aspettare qualche giorno.

Autoassoluzione

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A questo punto bisognerà attendere anche le mosse della procura federale, che potrà andare in Corte federale d’appello per provare a giocare le sue carte. Ma dopo un verdetto così netto in primo grado sarà complicato far valere le proprie ragioni in secondo grado. Salvo esiti inattesi e francamente improbabili, la parte sportiva della vicenda si chiude qui.

Resta da vedere cosa accadrà sul versante penale, con l’inchiesta della procura torinese che nel frattempo va avanti e potrebbe portare a ben altri sviluppi. Ma dal mondo del calcio il messaggio di auto assoluzione giunge forte e chiaro.

Con ulteriore indicazione: si continui pure a scambiarsi calciatori per valori a specchio e chiaramente sovrastimati, rimettendo così in linea di galleggiamento i conti annuali. Non saranno certo gli organi di vigilanza o i tribunali della federazione a ostacolare questa pratica. 

Un’inchiesta nata zoppa

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La verità è che la Figc avrebbe fatto volentieri a meno di aprire questo dossier. Ha agito quasi obtorto collo, obbligata dalla pressione esterna di due soggetti istituzionali. Dapprima la Consob, il cui interesse per le plusvalenze realizzate in sede di calciomercato da una società quotata in Borsa (la Juventus) ha risvegliato da un annoso torpore la commissione di vigilanza (Covisoc) che in Figc ha il compito di sorvegliare la salute economico-finanziaria delle società calcistiche. Poi la procura torinese, che ha puntato l’attenzione ancora una volta sulle plusvalenze della società bianconera.

Insomma, gli investigatori federali non si sono potuti esimere dall’approfondire la vicenda. Ma l’inchiesta è nata zoppa in conseguenza di indicazioni giunte dall’alto, direttamente dal presidente federale Gabriele Gravina.

Quando a fine ottobre 2021 cominciava a muoversi la macchina investigativa Figc, il presidente ha detto che l’indagine era «di tipo conoscitiva e non persecutoria». Alla vigilia delle feste di fine anno ha rincarato la dose, sottolineando la non esistenza di un criterio oggettivo per giudicare la fondatezza dei valori attribuiti ai calciatori e delle plusvalenze che ne derivano.

Criteri errati

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Ci ha messo del suo anche la procura federale, imbastendo una valutazione fondata sulle indicazioni del sito specializzato Transfermarkt e di un algoritmo dall’origine non meglio precisata. Impostazione debolissima, come ben sa chi frequenti il sito. Ciò ha dato alle difese la possibilità di smontare agevolmente l’impianto accusatorio.

L’errore di impostazione della procura federale si è basato su due difetti concettuali. Il primo: guardare, nello scambio di calciatori, soltanto al giocatore in uscita (quello che genera plusvalenza) e non anche al calciatore in entrata (che genera attivo per il club sotto la rubrica delle immobilizzazioni immateriali, alla voce “diritti pluriennali alle prestazioni di calciatori”).

Il secondo: non richiamare mai un concetto di “utilità effettiva” del calciatore. Per esempio: qual è stata l’utilità per la Juventus del calciatore Rovella, che vale 18 milioni di euro di plusvalenza al Genoa e altrettanti in immobilizzazioni immateriali alla società bianconera?

E quella di Petrelli per il Genoa, che vale otto milioni di euro di plusvalenza per la Juventus e altrettanti in immobilizzazioni immateriali per il club rossoblu? E quale l’utilità del trio Liguori-Manzi-Palmieri per il Lille che è valso plusvalenze per oltre 15 milioni al Napoli?

Si potrebbe andare avanti fino a dopo Pasqua, citando tutti i casi presi in esame dalla procura federale e molti altri che, chissà perché, sono stati esclusi. Tutto ciò per dire che sarebbe bastato porre gli interrogativi giusti. Adesso è tardi.

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