Nell’inchiesta della procura di Milano coinvolti agenti, medici e tre ex direttrici. I detenuti, minorenni e appena maggiorenni, venivano picchiati in stanze senza telecamere. I referti sarebbero stati falsificati per coprire le violenze
La procura di Milano ha notificato la richiesta di incidente probatorio nell’inchiesta sulle violenze all’interno del carcere minorile Beccaria. Gli indagati salgono a 42, accusati a vario titolo di torture, maltrattamenti aggravati, lesioni e falso. Nel registro degli indagati, oltre agli agenti della polizia penitenziaria, ci sono anche medici e le tre ex direttrici dell’istituto, Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti e Raffaella Messina.
Le parti offese sono 33, tutti ragazzi minorenni o appena maggiorenni detenuti nella struttura tra il 2021 e marzo 2024. Nella documentazione si parla di percosse, insulti, umiliazioni e minacce. Alcune aggressioni sarebbero avvenute in stanze prive di telecamere, anche con l’uso delle manette. Tra le frasi emerse nell’indagine, «ti mangio il cuore», pronunciata da un agente prima di colpire un detenuto.
Cinghiate, isolamento e referti falsi
Secondo la ricostruzione della procura, in più occasioni i detenuti sarebbero stati prelevati con la forza dalle celle, portati in stanze isolate e picchiati in gruppo. In un caso documentato, un ragazzo di origine araba è stato colpito con cinghiate ai genitali fino a provocare sanguinamenti. In un altro, tre agenti hanno colpito un detenuto ammanettato con calci, pugni e una scarpata alla testa.
I referti medici, secondo l’accusa, sarebbero stati falsificati o concordati con il personale sanitario, che avrebbe assistito alle violenze senza fare segnalazioni. Le ex direttrici sono indagate per non aver impedito le condotte e omesso i controlli. Nel 2024 erano già stati arrestati 13 agenti e sospesi altri 8.
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