- Una nuova lettera di un detenuto che sarebbe stato presente durante la rivolta di Modena parla della “più grande macelleria che ho visto nella mia vita” e delle violenze subite.
- Una madre racconta l’inferno che starebbe vivendo il figlio detenuto dopo che ha denunciato le violenze di Modena e Ascoli, tra negazione delle cure sanitarie e di altri diritti di base.
- Dopo l’archiviazione del fascicolo sui decessi di Modena, l’avvocato che segue alcune famiglie presenterà un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. L’obiettivo è riaprire le indagini puntando sull’ausilio delle telecamere.
Una lettera e alcune testimonianze fanno emergere nuovi dettagli sui fatti del carcere di Modena dell’8 marzo 2020, quando nel corso di una rivolta morirono nove detenuti, alcuni nelle celle, altri durante e dopo i trasferimenti. Questo mentre nelle prossime settimane verrà presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro l’archiviazione del fascicolo sui decessi. La nuova lettera Un detenuto che sarebbe stato presente nelle fasi più concitate della rivolta ha inviato



