Esclusivo

La mattanza e il depistaggio: ecco le chat dei “registi” delle violenze in carcere

  • Le comunicazioni acquisite dalla procura nell’indagine sulla «orribile mattanza» perpetrata dalle forze dell’ordine nell’istituto di pena campano il 6 aprile 2020 permettono di ricostruire la dinamica di pestaggi, torture e depistaggi.
  • Il 7 aprile la notizia delle violenze continua a correre sulle chat. «Il merito è tutto di Pasquale (Colucci, ndr) mi è stato detto», scrive il provveditore Fullone a Gaetano Diglio, direttore del carcere di Poggioreale (non indagato), mentre «Manganelli [era] completamente in trance».
  • Emerge la fabbricazione di prove: «Con discrezione e con qualcuno fidato fai delle foto a qualche spranga di ferro… In qualche cella in assenza di detenuti fotografa qualche pentolino su fornellino anche con acqua», scrive Anna Rita Costanzo, commissario capo responsabile del reparto Nilo.

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«Mariella scusami, la situazione non si sblocca e allora l'unica scelta è quella di usare la forza. Tecnicamente è il direttore che impartisce l’ordine. Ovviamente puoi fare riferimento che viene dato di intesa con me». È la sera del 5 aprile 2020, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è ancora in corso la protesta dei detenuti, per la paura del contagio da Covid-19. Una protesta in cui nessun atto violento è stato compiuto nei confronti degli agenti della polizia penitenziaria. Alle 22.25

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