Una tragedia che si ripete: oggi poco prima di pranzo tre persone sono morte alla Esplodenti Sabino, a Casalbordino in provincia di Chieti, dove una deflagrazione ha ucciso gli operai. Si tratta di Fernando Di Nella, 50 anni di Lanciano, Gianluca De Santis, 40 anni di Palata e Giulio Romano di Casalbordino. Nel pomeriggio è arrivata sul luogo della tragedia anche il pm della procura di Vasto che coordina l'inchiesta, le circostanze sono ancora da appurare.

Quello che è certo, è che già nel 2020 la fabbrica era costata la vita ad altri tre lavoratori: Carlo Spinelli, 54 anni, di Casalbordino, Paolo Pepe, 45 anni, di Pollutri (Ch), e Nicola Colameo, 46 anni, di Guilmi (Ch). Nell’incidente di allora furono ipotizzati i reati di omicidio colposo plurimo e disastro e danno colposo.

Sott’inchiesta finirono il legale rappresentante e due dirigenti della società, che si occupa di demilitarizzazione di munizioni ed esplosivi. Le vittime stavano spostando una cassa contenente razzi di segnalazione in uso alle imbarcazioni. Si trattava di materiale a basso potenziale esplosivo. La fabbrica fu messa sotto sequestro.

Il titolare

Il titolare Gianluca Salvatore, tornando in Abruzzo da Rome, dove si era recato, secondo lo storico legale di Salvatore Augusto «è sgomento» e non riesce a spiegarsi l’accaduto. L’avvocato ha riferito che erano state prese «precauzioni severissime» dopo lo scorso incidente. Salvatore avrebbe inoltre già risarcito i familiari delle tre vittime di tre anni fa.

Il 14 settembre intanto, ha ricordato la Cgil, si terrà davanti al Gup del Tribunale di Vasto l'udienza preliminare relativa alla precedente esplosione.

Maurizio Acerbo, segretario del Partito della Rifondazione Comunista, ha raccontato a Fanpage di aver presentato degli esposti dopo l’esplosione, e che lo stabilimento era già stato posto sotto sequestro. Poco tempo dopo però era stata riaperto. 

«Chiediamo - ha detto la dirigente sindacale della Cgil Francesca Re David - un’immediata intensificazione dei controlli a partire proprio da quei luoghi di lavoro in cui si sono già registrati degli incidenti gravi e in cui si svolgono lavorazioni ad alto rischio».

Inoltre, ha aggiunto la segretaria confederale «serve una Procura Nazionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro, perché nessuno resti impunito. Infine - conclude - chiediamo urgentemente un tavolo di confronto su salute e sicurezza per porre fine a questo crimine».

Mattarella e i sindacati

L’incidente arriva il giorno dopo il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Lavorare non è morire», aveva scritto alla vigilia dell’ennesima strage in una lettera recapitata alla ministra del Lavoro, Marina Calderone. Nel messaggio, lanciato in occasione dell’avvio del corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, Mattarella ha ribadito: «Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza, il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interezza».

L’Italia, ha ricordato, colloca il diritto al lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica: «Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro».

I morti di queste settimane «ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza». Ha fatto appello ai nuovi ispettori, e implicitamente anche alla ministra che aveva incontrato meno di una settimana fa. Il Senato ha approvato, con il via libera del governo, una mozione unitaria per impegnare l’esecutivo a fare più controlli e un attento monitoraggio dei dati relativi agli infortuni e alle morti. I senatori e gli esponenti di governo presenti, tra cui la ministra Marina Calderone e il ministro Matteo Salvini, hanno fatto un minuto di silenzio per le vittime di oggi.

Giovanni Notaro, segretario generale della Cisl Abruzzo-Molise, commentando l'incidente avvenuto a Casalbordino ha rimarcato che «dall'inizio dell'anno stiamo registrando in Abruzzo una pericolosa impennata degli incidenti, con troppi casi mortali», e ha chiesto anche lui un ulteriore sforzo sul fronte della sicurezza: «Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha denunciato che non stiamo facendo abbastanza per evitare morti sul lavoro». Per l’esponente del sindacato «non è solo una questione legislativa ma culturale ed economica».

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