Vittorio Pisani chiamato davanti ai magistrati competenti per i reati ministeriali, che indagano sulla vicenda del torturatore libico accusato di crimini contro l’umanità da l’Aja e rimpatriato su un volo di Stato
Una nuova audizione davanti al tribunale dei ministri che dovrà decidere sul caso Almasri e cioè sulla vicenda del torturatore libico, accusato di crimini contro l’umanità dalla Corte penale internazionale e rimpatriato su un volo di Stato dall’Italia.
Oggi, venerdì 9 maggio, i giudici, nell’ambito del procedimento, hanno infatti ascoltato il capo della Polizia, Vittorio Pisani. L'audizione, durata circa un'ora, è avvenuta negli uffici di piazzale Clodio, e Pisani è stato ascoltato come testimone.
L'attività istruttoria rientra nel fascicolo che vede indagati la premier Giorgia Meloni, i ministri di Giustizia e Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi oltre al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Il termine (non perentorio), per la decisione del Tribunale dei ministri, è scaduto a fine aprile, ma, come anticipato da questo giornale, i magistrati competenti sono ancora al lavoro nel procedimento trasmesso nei mesi scorsi dalla Procura di Roma alla luce di due denunce (quella dell’avvocato Luigi Li Gotti e quella di una vittima di Almasri) in cui si ipotizzavano, a seconda delle posizioni, i reati di peculato, favoreggiamento e omissioni di atti di ufficio.
La vicenda verte, come detto, sulla liberazione di Osama Almasri, il generale libico arrestato su mandato della Corte Penale Internazionale e poi scarcerato e rimpatriato. Sul caso la Corte dell’Aja ha aperto un fascicolo per accertare la responsabilità dell’Italia: nei giorni scorsi Palazzo Chigi, dopo rimandi e richieste di proroghe, ha inviato la propria memoria difensiva alla Cpi. In base a quanto appreso, nella memoria, sarebbero stato riportato quanto già sostenuto, nel corso di interrogazioni parlamentari e question time, dal ministro Nordio.
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