Il giudice accoglie la tesi della procura: Fares Bouzidi non si fermò all’alt dei carabinieri e provocò l’inseguimento finito in tragedia. I militari ammessi come parti civili. Restano aperte le indagini per omicidio stradale e depistaggio
Due anni e otto mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale: è la condanna inflitta dal gup di Milano, Fabrizio Filice, a Fares Bouzidi, il 22enne che guidava lo scooter T-Max su cui viaggiava l’amico Ramy Elgaml, morto nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2024 dopo un inseguimento con i carabinieri.
Il giovane era accusato di non essersi fermato a un posto di blocco e di aver dato il via a una fuga pericolosa durata circa 20 minuti, conclusasi con un violento schianto in cui Elgaml ha perso la vita.
Una fuga finita in tragedia
Secondo la ricostruzione della procura, Bouzidi quella notte era alla guida senza patente e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Alla vista dei carabinieri ha accelerato, attraversando Milano a velocità elevata, contromano e ignorando i semafori. All’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, lo scooter è sbandato ed è finito contro un palo. Elgaml è morto sul colpo, Bouzidi è rimasto ferito. I carabinieri che lo inseguivano si sono costituiti parte civile e il giudice ha accolto la loro richiesta.
I pubblici ministeri Giancarla Serafini e Marco Cirigliano hanno ottenuto la condanna senza riconoscimento di attenuanti, giudicando Bouzidi privo di consapevolezza e con precedenti penali.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, ha chiesto di riconoscere la scriminante prevista dall’articolo 393 bis del codice penale, che esclude la punibilità quando un pubblico ufficiale eccede con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni. I legali hanno anche contestato le richieste di risarcimento dei carabinieri.
Resta aperta l’indagine per omicidio stradale che vede indagati Bouzidi e il militare alla guida della gazzella: una perizia della procura scagiona i carabinieri, ma quella della difesa sostiene che lo scooter fu speronato. Intanto, un ulteriore filone riguarda accuse di depistaggio da parte di alcuni militari.
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