Chiuse le indagini a carico di Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice di Pompei indagata per stalking, lesioni, interferenze illecite nella vita privata e false attestazioni nel curriculum a seguito della denuncia dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano con cui aveva intrattenuto una relazione.

La vicenda

A marzo scorso la donna era stata interrogata dai pm romani coordinati dall’aggiunto Giuseppe Cascini: i magistrati capitolini avevano chiesto conto, tra le altre cose, della mancata nomina a consigliera del ministro. Un fatto, quest’ultimo, per cui anche Sangiuliano è indagato dalla procura di Roma con le accuse di peculato e rivelazione e diffusione di segreto d'ufficio.

Al momento sulla vicenda riguardante l’ex capo del Collegio Romano, che la Corte dei Conti – che insieme alla procura di Torre Annunziata indaga pure sulla scomparsa della chiave d’oro donata dal comune di Pompei –, è al lavoro il tribunale dei ministri.

Intanto con la notifica del 415 bis a Boccia, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio, sembra chiudersi un primo capitolo sul caso, che scoppiato la scorsa estate ha portato Sangiuliano a dimettersi dal dicastero che oggi ha come capo Alessandro Giuli. Nel procedimento su Boccia, oltre a Sangiuliano risultano parti offese anche sua moglie e l’ex capo di gabinetto Francesco Gilioli.

Le carte

Nel provvedimento notificato a Boccia l’elenco delle condotte realizzate, condotte che avrebbero cagionato nell’ex ministro «un perdurante e grave stato di ansia e paura che si estrinsecava in un forte stress, un notevole dimagrimento, pensieri suicidi, in modo tale da costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita – scrivono i pm – compromettendone la figura pubblica, inducendolo a rassegnare le dimissioni dalla carica istituzionale, ad evitare i luoghi abitualmente frequentati, limitare le uscite private e pubbliche o le partecipazioni a convegni o viaggi istituzionali e privati». 

I magistrati capitolini delineano pertanto un quadro fatto di pressioni psicologiche e controllo. «Boccia – si legge ancora nelle carte pubblicava foto di loro due al concerto dei Coldplay senza il consenso di Sangiuliano e imponeva a Sangiuliano di non portare addosso la fede nuziale e alla fine gliela sottraeva». Poi la vicenda della chiave di Pompei «del valore di circa 14.823,00 euro, che doveva essere consegnata dal Sindaco quale premio al Ministro». Quella chiave che fine ha fatto? A luglio del 2024 Boccia «chiedeva la consegna della chiave». Asserendo che il ministro, concludono i pubblici ministeri, «gliela aveva promessa e le promesse vanno mantenute».

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