Le associazioni di categoria europee hanno manifestato contro le politiche agricole promosse da Bruxelles, compresi il possibile accordo di libero scambio con i paesi sudamericani e il riarmo, in occasione del Consiglio europeo. Il presidente di Coldiretti Ettore Pradini: «Von der Leyen impedisce di produrre cibo di qualità»
Migliaia di agricoltori di Coldiretti sono scesi in piazza a Bruxelles – insieme alle associazioni di settore europee – al grido di «Non è questa l’Europa che vogliamo», per protestare contro la linea della Commissione Ue sulla politica agricola.
L’organizzazione italiana – la più importante e di maggiore rappresentanza – contesta il possibile taglio di 90 miliardi di euro ai fondi della Politica agricola comune (Pac). Un taglio che riduce le risorse per il settore del 25 per cento. Una scelta che – secondo Coldiretti – mette in discussione la sovranità alimentare dell’Unione e la sicurezza del cibo per oltre 400 milioni di cittadini.
La protesta - che a Bruxelles ha visto la partecipazione di circa 8mila agricoltori e oltre 500 trattori - è diretta contro la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, accusata di voler sottrarre risorse all’agricoltura per destinarle ad altre priorità strategiche, comprese quelle militari. Una decisione che – ribadisce Coldiretti – rischia di indebolire un settore considerato centrale in una fase storica segnata da guerre, tensioni geopolitiche e conflitti commerciali.
Le proteste nella capitale belga sono state organizzate dai due sindacati europei più importanti del settore Copa e Cogeca. Convergendo poi a Place Luxembourg, vicino al Parlamento europeo e all’Europa Building, dove si sono riuniti i leader dei 27 paesi dell'Ue per il Consiglio europeo.
La preoccupazione degli agricoltori
A preoccupare gli agricoltori è l’ipotesi vagliata da Bruxelles di far confluire le risorse del settore in un Fondo Unico che colpirebbe l’Italia con una riduzione delle risorse per circa 9 miliardi di euro. Secondo Coldiretti, il risultato sarebbe un calo della produzione europea e un aumento delle importazioni da Paesi extra UE, in particolare dall’area del Mercosur, dove non valgono gli stessi standard ambientali, sanitari e sociali imposti agli agricoltori europei.
Proprio il trattato Ue-Mercosur – un accordo commerciale di libero scambio con l'organizzazione di Stati latino-americani Mercosur, costituita nel 1991– rischia di far esplodere una situazione già molto delicata e tesa da anni tra gli agricoltori e la politica europea. In Italia, il ministro Lollobrigida era stato fortemente criticato qualche tempo fa per il mancato sostegno del governo Meloni alla categoria.
L’opinione degli agricoltori è quella di una deriva tecnocratica dell’Unione: Bruxelles infatti viene accusata di marginalizzare il Parlamento europeo e le rappresentanze sociali.
La posizione di Coldiretti
«Le guerre e i conflitti commerciali di questi ultimi anni hanno fatto emergere la centralità del cibo e la necessità di sviluppare filiere agroalimentari quasi autonome», ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Pradini. «La Cina ha posto la filiera alimentare al top delle priorità. Gli Usa, con il Farm Bill, destinano all’agricoltura risorse quadruple rispetto l’Ue».
Poi l’attacco alla politica della Von der Leyen che «impedisce (ai paesi dell’Unione, ndr) di produrre cibo di qualità per la salute degli europei e di potenziare le esportazioni».
Sulla stessa linea il segretario generale Vincenzo Gesmundo, che ha ribadito l’europeismo dell’organizzazione chiedendo, tuttavia, una svolta netta sulle politiche agricole comunitarie: «Serve un’Europa diversa, meno burocratica e più vicina ai cittadini e agli agricoltori».
«Noi siamo europeisti per vocazione, non esiste un altro settore produttivo, in Italia, che abbia avuto più dell’agricoltura e dell’agroalimentare un rapporto così profondo e continuativo con il meccanismo europeo – ha ricordato Gesmundo – ma questa Europa ha bisogno di uscire dal coma in cui la stanno gettando i tecnocrati».
I sindacati europei – insieme a Coldiretti – convergono sulla contrarietà alla sottrazione dei fondi per le politiche di riarmo: «Diciamo no al furto dei fondi degli agricoltori per pagare bombe e carri armati».
Coldiretti ha infine presentato un manifesto programmatico che chiede il mantenimento di una Pac autonoma e adeguatamente finanziata, l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria dell’origine dei prodotti e maggiori risorse per sostenere il reddito agricolo e le aree interne e montane.
La posizione di Bruxelles
Il presidente del Consiglio europeo e la presidente della Commissione, Antonio Costa e Ursula Von der Leyen, hanno incontrato stamattina Copa e Cogeca nella persone del presidente Massimiliano Giansanti. «Grazie a Copa-Cogeca per un incontro positivo e produttivo», hanno scritto Costa e Von der Leyen su X. In tempi di incertezza, i nostri agricoltori hanno bisogno di affidabilità e supporto. E l'Europa sarà sempre al loro fianco».
Rivendicando poi che: «Con un forte e costante sostegno nel bilancio dell'Ue; aiuti mirati per le piccole aziende familiari e per i giovani agricoltori. E semplificazioni per rendere più facile la vita quotidiana degli agricoltori. L'Europa è con voi, ora e in futuro».
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