Nel XXIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Palazzo Rospigliosi, medici, scienziati e politici raccontano i dati: l’obesità è cresciuta del 30 per cento in vent’anni e i cibi ultraprocessati aumentano fino al 30 per cento il rischio di tumori del colon. Otto italiani su dieci chiedono di vietarli nelle scuole
Roma, Palazzo Rospigliosi. Un mattino d’autunno pieno di luce in occasione del XXIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato da Coldiretti. Dentro la sala l’allestimento è una provocazione: banchi di scuola ordinati come in una classe, sopra non quaderni e penne ma energy drink, snack dolci e salati, merendine confezionate, cibi precotti. È la mensa quotidiana di molti bambini italiani, messa lì, sotto i riflettori, per dire una cosa semplice e terribile: ci stiamo ammalando di ciò che mangiamo.
Le bottiglie lucide e colorate – «bevande energetiche» che promettono vitalità – contengono caffeina e zuccheri in dosi da laboratorio. Gli esperti spiegano: favoriscono insonnia, ansia, disturbi cardiaci. Alcune contengono taurina, sostanza che può contribuire all’insorgenza di patologie del sangue, perfino leucemia, se assunta in quantità eccessive. Accanto, pacchetti di merendine, cibi pronti, salse dense, il regno dell’ultraprocesso. La scenografia è eloquente: una lezione di educazione civica travestita da mostra alimentare.
I dati
Otto italiani su dieci chiedono di vietarne per legge la presenza, nelle mense scolastiche, dei cibi ultra formulati, dai piatti precotti alle merendine confezionate. Lo studio arriva dal rapporto Coldiretti-Censis Mangiare bene, malgrado tutto presentato con la collaborazione dello studio The European House-Ambrosetti. Il 91 per cento degli italiani ritiene inoltre fondamentale introdurre forme accessibili di educazione alimentare fin dalle scuole elementari.
«Noi viviamo in un paese dove c’è il libero arbitrio ma non dobbiamo ingannare le persone: le bevande iperzuccherate e i cibi ultraprocessati fanno male alla salute», spiega Antonio Gasbarrini, direttore scientifico del Policlinico Gemelli. «Non è pensabile di avere diabetici a trent’anni, danni al miocardio a 35 o tumori della prostata del colon retto o del seno a 40 45 anni, dobbiamo intervenire ed essere fieri di vivere in Italia, primo paese al mondo ad aver dichiarato guerra l’obesità, riconoscendola come malattia cronica, recidivante e invalidante».
«Un’azione per vietare i cibi processati nelle scuole si può fare», dice Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, con voce ferma, tono pragmatico. «Se abbiamo un’emergenza riconosciuta da una legge – l’obesità come malattia – e sappiamo che i cibi processati la aumentano, allora abbiamo il dovere di intervenire. Mangiare certi prodotti da bambini è una dipendenza fortissima».
La dieta equilibrata
Le sue parole si alzano come un appello: non morale, ma politico. A moderare il dibattito “La guerra nel piatto” è Sveva Sagramola, giornalista e autrice, volto noto della televisione pubblica. «Viviamo un tempo in cui siamo separati dal cibo. Non sappiamo più da dove viene, chi lo ha fatto, come si trasforma. È un problema culturale, radicato nella società industrializzata e urbana».
Sul palco la professoressa Esmeralda Capristo, Università Cattolica del Sacro Cuore, parla con precisione scientifica: «Una dieta equilibrata e varia fornisce tutti i nutrienti chiave di cui abbiamo bisogno per mantenerci sani, attivi e forti. La nutrizione incide sulla salute a breve e a lungo termine. I dati parlano chiaro».
Nel 2024, spiega, l’obesità in Italia è cresciuta del 30 per cento in vent’anni, passando dal 9 all’11,8 per cento – oltre sei milioni di persone. «Quasi la metà della popolazione è in sovrappeso. È un problema di salute pubblica, non di scelte individuali». Dietro le cifre si nasconde una minaccia più sottile. «I cibi ultraprocessati, se assunti in grandi quantità, aumentano il rischio di tumori del colon fino al 30 per cento», continua Capristo. «E negli ultimi trent’anni i casi di tumore sotto i 50 anni sono aumentati del 79 per cento nel mondo».
«Dobbiamo lanciare una proposta di legge di iniziativa popolare» insiste Pecoraro Scanio rilanciando una battaglia che sta portando avanti Coldiretti: «Vietare le bevande zuccherate nelle scuole è il primo passo». Le sue parole raccolgono consenso: un’idea di responsabilità condivisa. In un messaggio video il ministro della Salute, Orazio Schillaci ricorda che: «La sfida dei cibi ultratrasformati non riguarda solo la qualità degli alimenti, ma anche la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari e la salute delle generazioni future».
«I cibi ultra formulati stanno compromettendo il futuro dei nostri ragazzi», dichiara il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo, «la qualità di ciò che portiamo in tavola è una scelta che pesa sul destino del paese: da un’alimentazione consapevole nasce una generazione più sana e più forte. È un impegno cruciale che ribadiamo anche in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione».
Accanto ai cibi ultra formulati, l’allestimento di Coldiretti propone anche un’area dedicata ai cibi sani e genuini: pane e marmellata, latte e frutta, pasta al pomodoro, pollo con patate e il classico ciambellone della nonna, a testimoniare che la vera rivoluzione comincia da un sapore riconosciuto, da un cibo che non ti tradisce. È qui che la guerra nel piatto può finire: se impariamo di nuovo a guardare dentro ciò che mangiamo.
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