Huawei nei guai in Francia per un’inchiesta della Procura nazionale delle finanze. Il nome del colosso cinese delle telecomunicazioni emergeva anche in Italia nel recente scandalo sul Sistema Verdini. Non da indagato ma come cliente della Inver di Denis e Tommaso Verdini, e Fabio Pileri, indagati dalla Procura di Roma per corruzione dall’estate 2022 nell’ambito dell’inchiesta sulle commesse Anas.

Le consulenze dei Verdini hanno permesso all’azienda di incontrare fior fior di rappresentanti di politica, istituzioni e grandi aziende: tra questi il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, compagno di Francesca, e cognato e genero dei Verdini sotto indagine. Su questo incontro, avvenuto a inizio dicembre 2023 - di cui questo giornale ha dato conto lo scorso gennaio – ora Domani può svelare ulteriori particolari.

Ma andiamo con ordine. Partiamo dall’inchiesta francese che coinvolge Huawei. Lo scorso 6 febbraio la Procura nazionale delle finanze ha disposto una perquisizione della sede nell’ambito di un’indagine relativa a presunte violazioni dell’integrità morale. Le ipotesi di reato andrebbero dalla corruzione al traffico di influenze, fino all’assunzione illegale di interessi. Un duro colpo a poche settimane dall’annuncio della costruzione della prima industria di Huawei fuori dai confini cinesi: verrà realizzata poco distante da Strasburgo, città sede del Parlamento europeo.

L’investimento di circa 200 milioni di euro e inaugurazione prevista per il 2025. La costruzione del nuovo sito in Europa - per cui anche l’Italia era in corsa - era stata pensata anche per rassicurare i governi europei sulle intenzioni della società, finita al centro di indagini delle strutture di intelligence dei paesi atlantici - Stati Uniti in testa - con accuse di spionaggio. Le pressioni sui governi europei sono state enormi soprattutto per cercare di estromettere Huawei dalla costruzione delle infrastrutture della rete 5G.

L’incontro con Salvini

Ora i vertici dell’azienda dovranno vedersela con l’indagine dei magistrati francesi. Tra questi c’è il presidente europeo e vice presidente senior del colosso cinese Jim Lu che a fine novembre, presentando il nuovo centro di innovazione di Huawei a Parigi, dichiarava: «Continueremo a rafforzare il nostro sostegno in Europ». Il presidente Lu è interessato anche all’Italia.

Domani può rivelare che anche lui era a Roma a inizio dicembre per incontrare il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Insieme a Lu, come già raccontato da questo giornale, c’era anche l’amministratore delegato di Huawei Italia, Wilson Wang. Non sappiamo per quale motivo il vicepresidente del Consiglio abbia incontrato queste due figure di vertice dell’azienda delle telecomunicazioni: né il suo staff, né l’azienda cinese, hanno voluto rilasciare alcun tipo di commento a Domani. La posizione di Salvini verso la Cina è stata sempre molto dura, con durissime dichiarazioni contro Pechino. Più diplomatico a fine settembre 2023, ospite all’ambasciata cinese in cui si auspicava di «consolidare ulteriormente le relazioni bilaterali».

Bisogna ricordare che Huawei si è affidata alle consulenze delle società Inver di Denis e Tommaso Verdini, suocero e cognato di Matteo Salvini. II contratto prevedeva 10mila euro al mese, più premi fino a 40mila euro. Di Inver ha fatto parte fino al 2021 anche la fidanzata del ministro, con i cinesi già clienti di famiglia.

© Riproduzione riservata