Verso il 25 aprile

Combattenti transnazionali, la dimensione europea delle resistenze

©LaPresse Archivio Storico 1945 Parigi Varie Nelle Foto : Parigini in festa all'annuncio della capitolazione tedesca
©LaPresse Archivio Storico 1945 Parigi Varie Nelle Foto : Parigini in festa all'annuncio della capitolazione tedesca
  • Decine di migliaia di europei ed europee si trovarono a combattere nei ranghi dei movimenti di resistenza lontani dal proprio paese d’origine. La loro scelta di prendere le armi era legata alla consapevolezza che quello dei fascismi era un problema continentale e che, in quanto tale, poteva essere combattuto ovunque.
  • Le resistenze sono state generalmente presentate, soprattutto per valutazioni d’ordine politico, come dei fenomeni endogeni a ciascun stato europeo. Gli italiani avrebbero cioè combattuto per la liberazione dell’Italia, i francesi per quella della Francia, i polacchi per quella della Polonia e così via. 
  • Chi furono i resistenti transazionali? Per provare a capirlo si deve innanzitutto ricordare come L’Europa che era entrata nella Seconda guerra mondiale fosse un continente che veniva da decenni in cui era costantemente aumentato il numero di esuli interni. Inoltre prigionieri, disertori e reduci spagnoli.

Il 29 agosto del 1944 sfilavano per il centro di Marsiglia le unità della resistenza che avevano appena contribuito a liberare la città. Ad aprire la parata c’erano i componenti della Compagnia Marat; si trattava di un’unità comandata dal rumeno Mihail Florescu e in larga parte composta da stranieri. Quel giorno a portare la bandiera della Marat, un tricolore francese su cui era stato cucito il nome del celebre rivoluzionario, era l’albanese Veli Dedi. Alla sfilata non poterono partecipare lo j

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