- All’anniversario del ritiro dall’Afghanistan Giorgio Battisti, primo comandante del contingente nazionale della missione International security assistance force, ripercorre la sua esperienza.
- Battisti analizza quello che è andato storto dopo quella prima fase iniziale; gli errori e i problemi che ha potuto osservare negli anni successivi.
- Dalla conferenza di Bonn del 2001 per arrivare all’agosto 2021: vent’anni in cui si sono succedute quattro missioni con finalità, regole d’ingaggio, caveat e modus operandi diversi.
Sono passati ventun anni da quando arrivai come primo italiano a Kabul e primo comandante del contingente nazionale della missione Isaf, International security assistance force, in Afghanistan. La mia esperienza è iniziata improvvisamente il 15 dicembre 2001, mentre ero in fase di trasferimento per Torino dove avrei dovuto assumere l’incarico di vice comandante e poi di comandante della brigata alpina taurinense, con una telefonata da Roma che mi avrebbe portato nel giro di 24 ore in quel lonta



