I nuovi casi di Covid-19 identificati in Italia sono 10.010 e il totale dei pazienti attualmente positivi ha raggiunto ieri i 107.312. Ci sono stati 55 morti a causa del coronavirus, i ricoverati sono 6.178 mentre 638 persone si trovano in terapia intensiva. In rapporto alla popolazione, le regioni in cui il contagio si sta diffondendo più in fretta sono Liguria, provincia autonoma di Bolzano, Lombardia, Umbria e Campania.

Nel frattempo, l’ospedale Spallanzani di Roma ha annunciato che d’ora in poi accoglierà solo pazienti malati di Covid-19. Nell’ospedale ci sono attualmente 203 pazienti positivi, lo stesso numero toccato al picco della prima ondata. Tra il 60 e 70 per cento della capacità totale dell’ospedale è al momento occupato. Ci sono anche 25 pazienti ricoverati in terapia intensiva, lo stesso numero toccato durante la prima ondata.

Ipotesi di coprifuoco

Di fronte a questi dati, il governo potrebbe presto decidere nuove misure di contenimento. Venerdì, il capo delegazione del Pd al governo, il ministro della Cultura Dario Franceschini, ha chiesto un incontro urgente per discutere. Secondo fonti riportate da diverse agenzie, il Comitato tecnico scientifico, il gruppo di esperti che consiglia il governo sull’emergenza, ha suggerito di adottare un coprifuoco sul modello di quello che inizierà oggi in Francia, un divieto di circolazione in vigore dalla sera fino all’alba successiva.

Il comitato avrebbe anche suggerito l’ipotesi di chiudere le scuole superiori e introdurre la didattica a distanza, una decisione molto controversa che fino ad oggi il governo ha sempre escluso di voler intraprendere.

Le regioni più a rischio

La situazione sta diventando particolarmente preoccupante in Liguria e Lombardia, due regioni dove il contagio si sta diffondendo in fretta e che erano già state indicate tra quelle più a rischio in un documento dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute circolato questa settimana e basato su dati aggiornati al 13 ottobre.

Liguria e Lombardia, insieme a Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta, sono le regioni in cui è più probabile che entro quattro settimane il 40 per cento dei posti letto e il 30 per cento dei posti in terapia intensiva venga occupato.

Il documento dell’Iss

Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, provincia autonoma di Bolzano, Toscana e Umbria sono sotto osservazione anche per un altro indicatore: la velocità di trasmissione del virus nel tempo, indicata con la sigla Rt. In queste regioni, l’Iss stimava che una settimana fa l’indice di trasmissione era compreso tra 1,25 e 1,5. Questo dato le colloca in quello che l’Iss definisce lo “scenario 3”, una situazione in cui l’istituto suggerisce di mettere in atto lockdown localizzati e di istituire zone rosse intorno ai maggiori focolai. In questo scenario, suggerisce l’Iss, andrebbe inoltre bloccata la mobilità regionale e quella tra regioni e andrebbero valutati interventi sulla scuola, come una rotazione delle classi tra mattina e pomeriggio, fino alla chiusura di tutte le attività scolastiche nelle aree particolarmente colpite.

La situazione nelle scuole

A proposito di scuola, ieri è stato il primo giorno di chiusura totale ordinata in Campania dal presidente della regione Vincenzo De Luca. La decisione è stata molto criticata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, oltre che da numerosi sindaci e presidi campani. «Ho deciso di non fare commenti e di non rispondere a nessuno», ha risposto ieri De Luca.

Nel frattempo, i dati sulla situazione dell’epidemia nella scuola rimangono carenti. Il ministero li diffonde con cadenza irregolare e in maniera incompleta. Nel documento sui contagi circolato questa settimana, però, la scuola viene definita uno dei luoghi in cui la diffusione del contagio sta aumentando e viene segnalato che il 3,7 per cento dei focolai hanno probabile origine scolastica. Senza dati più precisi, però, resta impossibile mettere in atto chiusure localizzate nei luoghi dove il contagio ha maggiore impatto.

 Il coprifuoco in Francia

A proposito di coprifuoco, quello annunciato dal presidente francese Macron è entrato in vigore alla mezzanotte di ieri a Parigi e in altre otto città. A partire da questa sera, quindi, nelle aree designate non si potrà circolare tra le 21 e le 6 di mattina senza avere una ragione, che dovrà essere dimostrata con un’autocertificazione. Le misure straordinarie sono state prese mentre i contagi nel paese hanno superato i 30mila nuovi casi al giorno.

Remdesivir

Il farmaco antivirale remdesivir, uno di quelli utilizzati per curare il presidente Donald Trump, non ha effetti significativi sulla capacità di sopravvivenza dei pazienti malati di Covid-19, dice uno studio realizzato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il remdesivir, insieme all’idrossiclorichina, è uno dei potenziali farmaci anti coronavirus più utilizzati e aveva suscitato molte speranze nei medici e nei pazienti. Il produttore del farmaco, l’azienda americana Gilead, ha respinto le conclusioni dello studio dell’Oms e ha ribadito l’efficacia del suo farmaco.

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