Proseguono le proroghe fino al 3 dicembre delle fasce di rischio delle regioni. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza con cui si rinnovano le misure restrittive relative alla Provincia autonoma di Bolzano, che resta pertanto zona rossa, e alle regioni Basilicata, Liguria e Umbria, che restano invece zona aranzione. L’ordinanza è valida fino al 3 dicembre 2020, ferma restando la possibilità di nuova classificazione prevista dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre

La proroga va ad aggiungersi a quella dei giorni scorsi.

Attualmente dunque si trovano in zona rossa Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia e Bolzano.

In zona arancione a rischio medio alto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Umbria, Puglia, Basilicata e Sicilia.

In zona gialla restano invece Lazio, Molise, Sardegna, Veneto e Trento (qui cosa si può fare e non fare in ogni area).

Il Veneto, nonostante sia nella cassificazione di rischio più bassa, si prepara ad adottare autonomamente misure più restrittive.

Il caso del Veneto

Il presidente, Luca Zaia, ieri ha detto: «Non è escluso che si faccia un ritocco all'ordinanza nei prossimi giorni. Noi abbiamo cercato di fare di tutto per tenere le imprese aperte. Guardiamo la bottiglia mezza piena: non abbiamo mai avuto i confini chiusi» ha detto riferendosi alla permamenza in area gialla. Il presidente se l’è presa con i giovani: «Se tutti agissero con buonsenso e mettessero la mascherina non ne parleremmo tutti i giorni. I giovani si ammassano per lo spritz e denunciano su Instagram gli assembramenti nei negozi». Lo ha detto nel corso della conferenza stampa nella sede della protezione civile di Marghera. Per questo «È possibile che si possa mettere mano alle medie e grande strutture. Bisogna vedere bene i parametri per vedere se si può fare altro», ha aggiunto.

Per Zaia resta irrisolto il nodo ristori. Infatti se non sarà il governo a fissare misure più restrittive, non è detto che le attività commerciali potrebbero usufruire delle compensazioni concesse per le imprese la cui chiusura è stata imposta dal governo: «Non abbiamo avuto più incontri con il governo – ha detto -, ma a mio avviso non sta in piedi giuridicamente il fatto che se hai adottato delle restrizioni regionali con l'intesa del ministro della salute, non hai diritto a ristori. Se non altro, perché l'avevano annunciata questa cosa».

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