Con il simbolico “Vaccine Day”, in contemporanea in tutta Europa, è ufficialmente iniziato il periodo dei vaccini contro il Covid-19 in Italia. Oggi, domenica 27 dicembre, all’istituto Spallanzani di Roma i primi cinque membri del personale sanitario hanno ricevuto il siero sviluppato da Pfizer-Biontech. Nel primo giorno di vaccinazioni, sono 9.750 le dosi di vaccino arrivate nel nostro Paese. Da adesso, secondo gli accordi, arriveranno 470mila dosi a settimana, che verranno redistribuite alle varie regioni secondo le indicazioni del piano del commissario straordinario Domenico Arcuri.

Questa giornata importante per la lotta al coronavirus è stata caratterizzata anche dalla polemica sul governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Il presidente della regione campana, infatti, si è fatto vaccinare all’ospedale Cotugno di Napoli, scatenando polemiche visto che gli esponenti della politica non sono tra coloro che hanno diritto prioritario al siero. In tanti, dunque, si stanno chiedendo quale sia il calendario delle vaccinazioni, previsto dal piano di Arcuri.

Il calendario dei vaccini 

Il percorso che, nelle speranze del governo Conte, dovrebbe portare all’immunità di gregge (perché si raggiunga, è necessario che il 70 per cento della popolazione si sia vaccinato) arriva fino a settembre. Anche se la previsione, al momento, viene considerata parecchio ottimistica. Ciò che è certo è che, in questa primissima fase, la priorità verrà data agli operatori sanitari e sociosanitari, al personale operante nei presidi ospedalieri pubblici e privati, agli ospiti e al personale delle residenze per anziani.

Il primo step comprende quasi due milioni di persone e dovrebbe richiedere tutto il mese di gennaio e di febbraio. Dopo toccherà alle persone con oltre 80 anni, che in Italia sono quattro milioni e mezzo. Altri due mesi e si arriva ad aprile, quando verosimilmente sarà il turno degli over 70 (più di 13 milioni di persone), seguiti da chi soffre almeno di due patologie. Sarà già estate, dunque, quando si passerà al resto della popolazione, dando precedenza alle categorie che lavorano nei servizi essenziali: insegnanti, personale scolastico, forze dell’ordine, personale delle carceri. A cascata, poi, tutti gli altri, con la possibilità di cambiare le liste di vaccinazione in caso di identificazione di nuove categorie a rischio. L’obiettivo sarebbe quello di raggiungere l’immunità di gregge a settembre, prima del ritorno a scuola.

Da cosa dipende il calendario

La possibilità di un cambiamento in senso peggiorativo del calendario dei vaccini dipende innanzitutto dal numero di dosi effettive che arriveranno nel nostro paese. Nel 2021 l’Italia ha diritto a oltre 202 milioni di dosi, per coprire l’intera popolazione e accumulare sufficienti scorte. Al momento, quello Pfizer-Biontech è l’unico vaccino in commercio: il rispetto delle consegne (28 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021, 57 milioni tra aprile e giugno, 53 milioni tra luglio e settembre e così via) dipenderà anche da quanto velocemente verranno approvati altri sieri. In lizza c’è quello di Moderna (anche più facile da trasportare, visto che non deve essere conservato a 70 gradi sotto zero come il primo), che sarà valutato dall’Ema il 6 gennaio. Degli altri, al momento, non ci sono notizie certe.

Un’altra variabile sarà la durata dell’immunità dei singoli vaccini, su cui al momento non si hanno certezze. E ancora tutto dipenderà dalla percentuale di adesione al vaccino, visto che per l’immunità di gregge dovranno vaccinarsi 42 su 60 milioni di abitanti.

Le dosi iniziali per ogni regione

Questa la suddivisione, stabilita dalla Conferenza stato-regioni, delle prime 1.833.975 dosi di vaccino anti-Covid distribuite da Pfizer: Abruzzo 25.480; Basilicata 19.455; Calabria 53.131; Campania 135.890; Emilia Romagna 183.138; Friuli VG 50.094; Lazio 179.818; Liguria 60.142; Lombardia 304.955; Marche 37.872; Molise 9.294; PA Bolzano 27.521; PA Trento 18.659; Piemonte 170.995; Puglia 94.526; Sardegna 33.801; Sicilia 129.047; Toscana 116.240; Umbria 16.308; Valle d'Aosta 3.334; Veneto 164.278.

La seconda fornitura garantita da Pfizer sarà di 2.507.700 dosi, che consentiranno nelle settimane successive di somministrare la seconda dose alle suddette categorie prioritarie e avviare contestualmente la vaccinazione della popolazione più fragile.

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