Da gennaio, l’Unione europea avrà un nuovo vaccino contro il Covid-19, il quinto in circolazione. Si chiama Nuvaxovid (Nvx-CoV2373) ed è stato realizzato dalla società statunitense Novavax. La Commissione europea ne ha approvato l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata (Conditional Marketing Authorization – Cma).

Il nuovo vaccino sarà uno strumento in più per combattere il Covid-19, soprattutto perché – come ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, a Lapresse – potrebbe «far breccia tra qualche no-vax» o almeno tra le persone che non si fidano del vaccino a mRna, cioè Pfizer e di Moderna. 

Una tecnologia nuova ma vecchia

Il nuovo vaccino utilizza una tecnologia tradizionale, ad antigeni purificati, cioè contenente solo alcuni frammenti del virus. Si tratta di un vaccino proteico, realizzato con una tecnologia nota, utilizzata per anni per produrre altri tipi di vaccini, come quelli per combattere la meningite, l’epatite b e il papilloma virus.

Attraverso l'ingegneria genetica sono state coltivate copie innocue della proteina spike del coronavirus nelle cellule degli insetti. Poi, dopo essere stata estratta dalle cellule in cui è stata sintetizzata, la proteina è stata purificata per essere mescolata in una sostanza chimica che andrà a stimolare la risposta del sistema immunitario.

L’azienda, in un suo comunicato stampa, descrive il vaccino così: «NVX-CoV2373 è stato creato utilizzando la tecnologia delle nanoparticelle ricombinanti di Novavax per generare l'antigene derivato dalla proteina spike (S) del coronavirus ed è formulato con l'adiuvante Matrix-M™ brevettato a base di saponina di Novavax per migliorare la risposta immunitaria e stimolare alti livelli di anticorpi neutralizzanti . NVX-CoV2373 contiene antigene proteico purificato e non può né replicarsi né causare Covid-19».

La differenza con gli altri vaccini

La tecnologia del vaccino di Novavax differisce sia da quella utilizzata per i vaccini di Pfizer e Moderna sia da quella impiegata per i vaccini a vettore virale, delle società Astrazeneca e Johnson&Johnson. I primi infatti, detti a mRna messaggero, contengono la molecola mRna  che ha il compito di portare alle cellule umane le istruzioni per produrre la proteina spike del coronavirus, è la stessa cellula umana a sintetizzarla e poi a riconoscere questa proteina come estranea espellendola. Si attiva quindi la risposta immunitaria di cui resterà memoria nell’organismo. I vaccini a vettore virale, invece, utilizzano una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé, non più in grado di replicarsi come vettore per fornire le istruzioni per la sintesi della proteina spike di Sars-CoV-2.

Cosa dicono i test effettuati

La sperimentazione condotta da Novavax per il vaccino anti-Covid ha coinvolto in totale oltre 45mila persone, con una efficacia attestata al’89,7 per cento. La scorsa estate, Novavax aveva riferito di uno studio effettuato su quasi 30mila persone negli Stati Uniti e in Messico, che aveva fornito una efficacia del 90,4 per cento contro il virus e del 100 per cento contro i sintomi moderati e gravi.

Gli effetti collaterali conseguenti all’inoculazione sono stati per lo più lievi, come dolore nel sito di iniezione. Non ci sono state segnalazioni di coaguli di sangue insoliti o problemi cardiaci.

Le dosi in arrivo in Europa

Lo scorso 4 agosto 2021, la Commissione europea aveva già firmato con la società statunitense un contratto di acquisto per 27 milioni di dosi, che arriveranno nel primo trimestre del 2022. Ora, con l’autorizzazione all'immissione in commercio condizionata, Novavax sarà in grado di consegnare fino a 100 milioni di vaccini all’Ue per i prossimi due anni. L’autorizzazione all’immissione in commercio è detta condizionata, perché viene rilasciata sulla base di dati per lo più clinici e meno completi di quelli richiesti nella procedura ordinaria, ed è subordinata all’adempimento di obblighi specifici da parte della società che la richiede.

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