Sono ancora molte le società occidentali attive in Russia, dopo l’invasione in Ucraina, principalmente per interessi economici e per la dipendenza dal mercato russo. Lo scorso 14 marzo la denuncia è arrivata dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che ha chiesto alle imprese internazionali di «lasciare la Russia, sia per ragioni morali che pratiche».

  • Ma ancora oggi società francesi come Leroy Merlin, Danone, Auchan, Crédit Agricole, e società tedesche come Volkswagen, BMW, Mercedes, Adidas non hanno lasciato la Russia. Lo ha denunciato il parlamentare conservatore britannico, Tobias Ellwood, in un Tweet.
  • Anche alcune società italiane come Pirelli, che fino ad ora non aveva sospeso la produzione, sono rimaste in Russia. Proprio Pirelli ha comunicato ieri, giovedì 17 marzo, che avrebbe ridotto la produzione e sospeso gli investimenti. 
  • Kuleba aveva chiesto anche una presa di posizione dei porti internazionali, affinché bloccassero il passaggio alle navi e alle merci russe. Sono oltre 300 invece le aziende estere che hanno sospeso le attività. Tra queste, Ikea, Sony, Microsoft, Coca Cola, Nestlé, Shell, McDonald’s, Stellantis, Ford, Toyota.

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