Italia, Cipro e Malta sono gli unici paesi membri dell’Unione europea a non garantire una forma semplificata e accessibile di voto agli studenti fuorisede e ai lavoratori che vivono fuori dai luoghi di residenza.

In vista delle elezioni politiche del 25 settembre in Italia sono oltre cinque milioni i cittadini che in caso di voto dovranno fare ritorno ai loro comuni di residenza. Per facilitare i viaggi e l’accesso al diritto di voto, compagnie aeree e di trasporto ferroviario stipulano ogni anno delle convenzioni con i ministeri per vendere i biglietti a prezzi scontati, ma non basta, dato che molti studenti universitari sono in sessione d’esame e impossibilitati a spostarsi. Senza contare il fatto che per alcuni è una discriminazione dover affrontare delle spese, anche se in alcuni casi non sono cose eccessive, per poter esercitare un diritto sancito dalla Costituzione.

Ma quali sono le soluzioni? Attualmente il parlamento sta vagliando alcune soluzioni tra cui il voto in prefettura, il voto per corrispondenza e il voto elettronico. Come hanno aggirato la questione negli altri paesi europei? L’associazione Good lobby prova a fare chiarezza nel report Fuori sede al voto: realtà in Europa, miraggio in Italia.

Il voto per corrispondenza

In Spagna il voto dei fuorisede avviene per corrispondenza per tutti i tipi di elezioni: comunali, regionali, politiche ed europee. Così come in Lussemburgo, Germania, Irlanda, Austria, Ungheria, Slovenia, Regno Unito e Polonia.

In Spagna, i cittadini possono esprimere il voto per posta ma devono fare una richiesta alla delegazione provinciale dell’Ufficio del censimento elettorale almeno dieci giorni prima delle elezioni. Nel caso in cui venga accettata, l’elettore non può recarsi alle urne ma deve aspettare che la scheda elettorale venga inviata all’indirizzo indicato. Una volta compilata, questa deve essere spedita al seggio elettorale almeno tre giorni prima delle elezioni.

Il sistema adottato dal parlamento spagnolo sembra funzionare. Alle elezioni del 2019, 1.362.500 di elettori residenti hanno votato per corrispondenza. Alle elezioni municipali di Madrid, invece, 235.696 persone hanno votato per corrispondenza.

Il voto per delega

Francia, Belgio, Polonia, Paesi Bassi e Svezia prevedono il voto per delega. In Francia, chi è assente durante il giorno delle elezioni può votare per delega scegliendo una persona al suo posto.

Per affidare la delega, l’elettore deve compilare un modulo e presentarlo a mano a un pubblico ufficiale il prima possibile. Le scadenze sono flessibili e si estendono fino al giorno del voto, ma se il municipio non riceve in anticipo la delega il voto non è consentito. In ogni caso, l’importante è rispettare due regole: elettore e delegato devono essere iscritti nelle liste elettorali dello stesso comune; il giorno del voto il delegato non può avere più di due deleghe e devono essere di un cittadino residente in Francia e di uno all’estero.

L’elettore può designare la stessa persona per entrambi i turni elettorali, e in caso di più elezioni che si svolgono lo stesso giorno questa vale per tutte. Le deleghe possono essere annullate e la loro durata si può estendere fino a un anno. Nel caso in cui l’elettore possa recarsi alle urne all’ultimo momento può farlo prima che il delegato esprima il suo voto.

Al ballottaggio delle elezioni presidenziali del 2017 il 7 per cento degli elettori ha votato per delega.

Voto anticipato

In Danimarca, così come in altri stati europei è previsto il voto anticipato un giorno prima della data univoca decisa a livello nazionale. Nello specifico, questa forma di voto è prevista per ogni elettore in uno dei 98 uffici di registrazione nazionali e la richiesta può essere fatta da tre settimane a due giorni prima dell’elezione. Chi è malato o è disabile può fare richiesta entro 12 giorni dal voto di esprimere la propria preferenza direttamente da casa.

Il voto anticipato può essere espresso in diverse strutture: ospedali, carceri e istituti di cura. Insieme alla propria scelta l’elettore consegna anche un certificato di accompagnamento in cui scriverà i propri dati e serve per verificare in un secondo momento se era correttamente registrato per la procedura o se era effettivamente iscritto al registro elettorale. Se un elettore ha espresso più di un voto anticipato, viene considerato solo l’ultimo.

Nelle elezioni parlamentarie del 2019 in Danimarca, oltre l’8 per cento dei voti è stato espresso con il voto anticipato.

Voto elettronico

Altra opzione valida per garantire l’accesso al voto ai fuorisede è la via telematica. L’Estonia è il primo paese al mondo ad aver previsto questa procedura e basta essere muniti di un pc e di un documento d’identità valido. Gli elettori possono esprimere le preferenze durante i giorni in cui è previsto il voto anticipato.

Come avviene il voto? Ciascun elettore deve scaricare un’applicazione ed effettuare le verifiche della sua identità. Una volta eseguito l’accesso ed espresso il voto, questo viene criptato e inoltrato al server che le raccoglie. Esiste anche un meccanismo di controllo successivo per verificare se la preferenza sia stata inoltrata con successo o meno. C’è anche la possibilità di cambiare voto

Circa un terzo dei voti espressi in Estonia avviene online.

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