L’astensionismo rischia di essere il primo partito italiano alle elezioni del prossimo 25 settembre, con una percentuale stimata intorno al 35 per cento. Ciò rischia di tradursi in una distorsione della rappresentatività democratica delle istituzioni, a danno soprattutto dei giovani e dei più poveri, soprattutto al Sud.
- L’astensionismo rischia di essere il primo partito italiano alle elezioni del prossimo 25 settembre, con una percentuale stimata intorno al 35 per cento, accentuando la tendenza in corso da tempo.
- Come rilevato da una commissione di esperti, istituita nel 2021 dal ministro per i Rapporti con il parlamento, l’astensionismo dipende, in parte, da difficoltà nel recarsi al seggio; per altra parte, dall’espressione di protesta verso la politica.
- L’astensione concentrata nelle fasce più povere e tra i giovani, specie nel Meridione, determina una distorsione nella rappresentatività degli eletti.
L’astensionismo rischia di essere il primo partito italiano alle elezioni del prossimo 25 settembre. Secondo una stima di YouTrend, almeno il 35 per cento degli aventi diritto al voto non andrà al seggio. Il fenomeno avrebbe un peso più tangibile se il non-voto potesse trovare espressione sulla scheda elettorale, mediante l’indicazione «nessun partito mi rappresenta», e ciò si traducesse in una percentuale di poltrone vuote in Parlamento. Ma il nostro sistema costituzionale non lo consente. Gli



