Sono risultati idonei al “concorso ordinario 2023 per la scuola secondaria” ma con un punteggio insufficiente per l’immissione in ruolo. Insegnanti che non solo si trovano nella stessa situazione di chi non ha mai superato le prove per il reclutamento, ma che rischiano anche di finire in fondo alle graduatorie per le supplenze. Una situazione paradossale
«Ho sostenuto e superato tre prove come previsto per la mia classe di concorso. Investendo forze, energie, competenze, tempo e soldi. Sono arrivata in varie parti della mia regione per sostenerle, trascorrendo anche notti fuori casa visto che le sedi per lo svolgimento delle prove non sono state sempre facilmente raggiungibili per me. Dopo essere stata esaminata trasversalmente su tutte le discipline previste e aver superato le prove, sono risultata idonea ma non vincitrice. Così eccomi qua: delusa e amareggiata. Ancora precaria, costretta a ripetere di nuovo un altro concorso per pensare di poter essere immessa in ruolo».
Quella di Clotilde, docente della classe di concorso “A050”, Scienze naturali, chimiche e biologiche alle superiori, è solo una delle tante storie che in questi giorni riempiono gruppi facebook e whatsapp, di insegnanti che pur avendo sostenuto e superato il "Concorso ordinario 2023 per la scuola secondaria di primo e secondo grado”, conosciuto anche come concorso Pnrr1, si trovano non solo senza il posto fisso per cui si sono preparati, in molti casi dopo parecchia fatica nel conciliare vita privata, lavorativa e studio, ma anche senza una graduatoria trasparente con l’indicazione della posizione raggiunta grazie al concorso effettuato.
Così, visto che il concorso Pnrr1 non ha riconosciuto alcun diritto a coloro che pur avendo superato le prove non hanno ottenuto un punteggio abbastanza alto per l’immissione in ruolo, gli insegnanti idonei/non vincitori sono rimasti a mani vuote. O meglio con in mano 12,50 punti in più di cui potranno beneficiare solo se supereranno (di nuovo) le prove del prossimo concorso Pnrr2 che il ministero dell’Istruzione e del Merito si sta preparando a bandire.
Il danno e la beffa
«Come è possibile che una commissione d’esame ci abbia ritenuti idonei all’insegnamento e che ora ci ritroviamo costretti a rifare le stesse identiche prove in un secondo concorso, ugualmente strutturato sia nella forma che nei contenuti? Cosa dobbiamo dimostrare ancora? Quale è la logica di tutto ciò?», si chiedono, infatti, gli insegnanti “Idonei Esclusi Pnrr 2023” nel comunicato che hanno preparato per attirare l’attenzione dei media e dei lettori sulla situazione paradossale che stanno vivendo.
Ma per loro non c’è solo il danno di ritrovarsi nella stessa situazione di chi non ha superato il concorso, pur avendolo fatto. C’è anche la beffa. In quanto, nelle graduatorie da cui gli uffici scolastici regionali attingono per assegnare le supplenze, rischiano di essere scavalcati da chi nel frattempo ha accresciuto il suo punteggio conseguendo le nuove abilitazioni all’insegnamento istituite con la riforma del Reclutamento dei docenti del giugno 2022.
Questo perché mentre esistono percorsi di abilitazione agevolati (online oppure senza numero chiuso) ad esempio per chi è già di ruolo o specializzato sul sostegno o ha già conseguito un’altra abilitazione, «chi ha superato il concorso Pnrr1, sia esso un idoneo o un vincitore, non ha al momento alcuna possibilità di accedere a percorsi abilitanti dedicati. Così Il futuro che si prospetta è tutt’altro che roseo per un idoneo non vincitore: vedersi superato da chi ha potuto abilitarsi e rischiare addirittura di non potersi più candidare per le supplenze da GPS (graduatorie provinciali per le supplenze ndr). Troviamo assurdo ed inaccettabile che chi ha meno di tre anni di servizio, pur avendo superato tutte le prove di un concorso, si trovi di fatto a non poter più lavorare nella scuola», scrivono gli Idonei Esclusi Pnrr 2023, poco prima di evidenziare l’altro grande boccone amaro che si trovano a ingoiare: «La riserva del Servizio civile universale. Da quest’anno, nelle graduatorie dei concorsi pubblici per docenti in Italia, chi ha svolto il servizio civile beneficia di una riserva di posti del 15 per cento. Sebbene sia un’esperienza lodevole e di grande valore sociale, l’inserimento di una corsia preferenziale, per chi vi ha partecipato nei concorsi, per l’insegnamento è di dubbia legittimità. Cosa ha a che fare il servizio civile con la capacità di insegnare?», si chiedono ancora molti degli idonei/non vincitori del concorso Pnrr1, delusi e amareggiati proprio come Clotilde che definisce il limbo in cui si trova: «Un’ingiustizia che toglie merito alle vere competenze professionali dimostrate in sede concorsuale».
Un’ingiustizia che svilisce la dignità di migliaia di docenti perpetrata proprio dalla scuola del Merito tanto voluta dal ministro Giuseppe Valditara.
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