«La mafia ha assunto forme nuove ma altrettanto temibili». Così il presidente del Consiglio Mario Draghi al 30esimo anniversario della fondazione della Direzione investigativa antimafia (Dia) celebrato a Milano al grattacielo Pirelli, sede del Consiglio regionale lombardo. «Non viviamo più l’incubo dello stragismo, del terrorismo di stampo mafioso», ha detto Draghi, precisando che «le mafie si insinuano nei consigli di amministrazione di aziende, che conducono a traffici illeciti, al nord e nel Mezzogiorno. Inquinano il tessuto economico dal settore immobiliare al commercio all’ingrosso».

Prima dell’apertura della conferenza “Il ruolo della finanza nella lotta alla mafia”, il premier – ricevuto al Pirellone dal presidente della regione Lombardia Attilio Fontana e dal presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi – ha inaugurato la mostra dedicata alla Dia. 

Al convegno, a cui hanno preso parte il sindaco di Milano Beppe Sala, il capo della polizia Lamberto Giannini, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il questore e il prefetto di Milano, oltre all’amministratore delegato di Borsa italiana Fabrizio Testa, è stato consegnato il testimone dell’“Antimafia itinerante” a Maria Falcone, sorella del giudice e presidente della Fondazione Falcone. 

La mafia imprenditrice

«Oggi celebriamo il lavoro iniziato dal pool antimafia della procura di Palermo di cui facevano parte Giovanni Falcone e Paolo Borsellino», ha continuato Draghi, definendolo un lavoro fondamentale per la Repubblica, per la coesione sociale e «per la nostra prosperità», perché le mafie «controllano il territorio con la violenza e soffocano la libera concorrenza».

Il premier ha poi sottolineato come la «mafia imprenditrice» si sia radicata nelle regioni del nord, come in Lombardia, Piemonte, Veneto, Valle d’Aosta, Liguria e Trentino Alto Adige, impossessandosi di aziende in difficoltà, espandendosi in nuovi settori, riciclando denaro sporco e danneggiando l’ambiente. Draghi ricorda l’importanza di «proteggere i fondi del Pnrr», per difendere la «straordinaria opportunità che ci offre». 

L’Italia, ha sottolineato il premier, «deve avere un ruolo guida a livello europeo nella lotta alla criminalità», perché dispone di «strumenti sofisticati», utili anche in questo momento per la «discussione in corso a livello europeo sulla confisca dei beni agli oligarchi russi». 

Il contrasto alla criminalità organizzata, per Draghi, passa attraverso l’occupazione, le opportunità per i giovani e i legami sociali, la cultura della legalità, lo sviluppo economico – che garantisca «sicurezza, lavoro, fiducia» – la buona amministrazione, che miri a «estirpare le connivenze che ancora ci sono all’interno delle istituzioni». 

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