Un ponte con il sud del paese che a sua volta diventi punto di contatto con il nord Africa, in particolare la Libia, per la fornitura di ulteriore gas in sostituzione di quello russo. È questo l’auspicio del presidente del Consiglio, intervenuto al Forum “Verso Sud” in corso a Sorrento. Il primo passo per chiudere il divario tra nord e sud è l’utilizzo più appropriato dei fondi del Pnrr: almeno il 40 per cento delle risorse saranno infatti destinate al meridione.

«Con il Pnrr riduciamo i divari territoriali nei servizi, in particolare nell'istruzione, tramite investimenti mirati nella scuola, nella ricerca, nelle università. Dobbiamo fare in modo che tutti i cittadini italiani possano accedere a servizi della stessa qualità e con la stessa facilità» ha detto Draghi.

Poi il discorso del presidente del Consiglio si è spostato sul mar Mediterraneo, che può rappresentare la realtà a cui attingere per risolvere i problemi economici emersi nella crisi ucraina. «Il Mezzogiorno è – come diceva Don Luigi Sturzo - “il ponte gettato dalla natura” fra il continente europeo e le coste dell’Africa e dell’Asia, un punto naturale di scambi e di commerci».

L’energia

Per negoziare forniture di energia che possano sostituire, almeno in attesa di una transizione ecologica verso fonti rinnovabili, il gas russo, Draghi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi hanno già compiuto numerose missioni all’estero, lavorando con governi nella penisola arabica, dell’Asia centrale e dell’Africa settentrionale. Anche nel recente viaggio negli Stati Uniti il premier ha toccato l’argomento dell’emergenza energetica con il presidente americano Joe Biden. 

«La guerra in Ucraina ha fatto emergere la pericolosità della nostra dipendenza dal gas russo. L’Italia si è mossa con la massima celerità per diversificare le forniture di gas – e intende continuare a farlo. Allo stesso tempo, acceleriamo lo sviluppo dell’energia rinnovabile, per migliorare la sostenibilità del nostro modello produttivo. I paesi della sponda Sud del Mediterraneo sono un partner naturale su entrambi questi fronti».

Per Draghi, «gli accordi che abbiamo concluso di recente con l’Algeria offrono un modello da seguire». Roma ha infatti negoziato con Algeri un aumento della fornitura che già arriva in Italia. «Mi riferisco in particolare alla Libia, un Paese dalle enormi potenzialità».

Il cibo

Draghi si è anche detto preoccupato per le forniture di materie prime e per il rischio di una crisi alimentare «che a sua volta può produrre instabilità politica. Intendiamo investire da subito nella sicurezza alimentare, insieme al resto dell’Unione Europea, per rafforzare e rendere più integrate le catene di approvvigionamento» ha detto il presidente del Consiglio.

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