- Tra Sudan e Eritrea si è consumato quello che le Nazioni Unite hanno chiamato il peggior traffico di esseri umani. Il servizio militare obbligatorio e permanente ha spinto migliaia di eritrei alla fuga.
- «Abbiamo paura della guerra in Tigray e di essere reclutati. Non vogliamo andare a combattere. Vogliamo libertà», racconta Fithawi dal centro di transito di Wadsharefy, diventato il punto zero per l’esodo dall’Eritrea.
- Le Nazioni Unite stimano che negli ultimi anni 400mila eritrei, il 9 per cento della popolazione, siano fuggiti, senza contare quelli che sono morti o sono rimasti bloccati durante il viaggio.
Kassala. A 15 chilometri dal confine sudanese-eritreo. I monti Taka avvolgono questa città del Sudan occidentale, capoluogo dell’omonima provincia. Ai loro piedi, una moltitudine di piccole case marroni e verdi; a pochi chilometri il confine con l’Eritrea. A delimitare la frontiera naturale tra i due paesi il fiume Gash, che sorge nel sud dell’Eritrea, vicino ad Asmara e continua nel Sudan nord-orientale per perdersi nel deserto. È lungo queste antiche rotte, che si è consumato quello che le



