Parla Fabrizio Corona. Difende l’amico Massimo Giletti silurato da La7, risponde alle domande sugli audio con la voce di Matteo Messina Denaro andati in onda nella trasmissione Non è l’Arena comprati da una società per cui lavora Corona.

E accusa Salvatore Baiardo, l’amico dei boss stragisti Graviano, di bluff sulla presunta foto con Silvio Berlusconi e il mafioso Graviano sulle cui tracce la procura antimafia di Firenze si è messa grazie all’indicazione di Giletti. Che è stato ascoltato dai pm che indagano su Berlusconi e Marcello Dell’Utri per le stragi del 1993. «La foto? Se esistesse l’avrei venduta io a Giletti», esordisce Corona.

Sul caso Giletti-La7, con la decisione della rete di chiudere in anticipo la trasmissione Non è l’Arena, oltre al formale e scarno comunicato dell’editore Urbano Cairo, che non è entrato nel merito della sua scelta, c’è ben poco di ufficiale sui reali motivi che hanno portato alla scelta drastica.

Domani ha riportato le informazioni fornite da qualche altra fonte ben informata dentro l’azienda di Cairo secondo cui la gestione delle ospitate di Salvatore Baiardo (l’amico, favoreggiatore, dei boss stragisti Graviano, che ha predetto l’arresto di Matteo Messina Denaro in un’intervista con Giletti un mese prima della cattura) sarebbe solo parallela alle altre motivazioni che avrebbero spinto la reta a sospendere Giletti: il programma sarebbe in forte perdita, i gettoni pagati a Baiardo per le ospitate non sarebbero stati ritenuti “opportuni”, così come i rapporti con Fabrizio Corona, mentre la trattativa per il rinnovo del contratto portata avanti da Cairo con l’agente del conduttore Gianmarco Mazzi (attuale sottosegretario del governo Meloni alla Cultura) non sarebbe decollata.

La voce di Messina Denaro

I rapporti con Corona avrebbero avuto al centro la consegna degli audio tra il padrino Messina Denaro e due pazienti della clinica in cui era ricoverato il mafioso latitante per 30 anni. Gli audio sono stati mandati in onda in alcune puntate della trasmissione. «Se così fosse, se gli audio fossero arrivati tramite me qual è il problema?», dice Corona a Domani.

Il tutto sarebbe stato gestito da una società con la quale collabora Corona, un tempo Re dei paparazzi, legatissimo all’agente dei Vip Lele Mora, al centro di numerosi processi con diverse condanne alle spalle. «Ma cosa c’entrano gli audio e chi li ha portati a Giletti con la chiusura del programma? Credo che il problema sia altro e lo dico a voi che avete fatto l’unico scoop che c’è su questa storia, quello della foto», aggiunge.

Il riferimento è all’articolo pubblicato nei giorni scorsi sulla testimonianza di Giletti in procura antimafia a Firenze sull’esistenza di una foto che ritrarrebbe Silvio Berlusconi, Graviano e il generale Francesco Delfino. Documento che esisterebbe, secondo il conduttore, e lo ha visto da Baiardo, il quale nega l’esistenza dell’immagine, ma lo confermerebbe negli incontri con il conduttore registrati dagli inquirenti.

La procura di Firenze è molto interessata allo scatto perché proverebbe un patto sporco su cui sta indagando da due anni e mezzo: si tratta dell’inchiesta sulle stragi del 1993 per la quale sono indagati pure Berlusconi e Dell’Utri. 

A cedere gli audio a Non è l’Arena «con l’interessamento di Corona» sarebbe stata la società Athena. «Basta guardare i contratti della società Athena, con cui lavoro io, collabora con Non è l’Arena da sette anni», spiega Corona. Vorremmo capire di più sul metodo con cui sono stati ottenuti. Su come la società è entrata in contatto con i proprietari dei messaggi scambiati con Messina Denaro. 

«Questo non è un problema, noi facciamo un lavoro giornalistico, noi diamo anche tanti scoop alle Iene, a Mediaset, alla Rai, vendiamo contenuti giornalistici. In questo ufficio si lavora su contenuti giornalistici, facciamo documentari, facciamo testi, facciamo tutto. Che lavoro facevo prima? Lo ricordi? Perché tu da dove le prendi le notizie?», controbatte.

Per capire però, a Corona chiediamo se il cellulare con gli audio è stato proposto da Athena o richiesto dalla produzione di Non è l’Arena: «Ci manca che rilascio un’intervista su sta roba in questo momento, te lo dico per rispetto di Massimo».

Corona critica i giornalisti che sono alla ricerca di risposte sul modo in cui gli audio sono finiti a Giletti. «Un giornalista non dovrebbe cercare notizie tipo Corona ha venduto gli audio». D’accordo, ma qui parliamo di Messina Denaro, il cui arresto è stato predetto da Baiardo in trasmissione. 

«Parliamo di Matteo Messina Denaro che ha avuto delle relazioni con cinquemila persone. E allora chiediti perché Matteo Messina Denaro aveva il mio libro sul comodino. Aveva venti libri. Ve lo siete chiesti perché?». Sinceramente no, non ci siamo posti questa domanda cruciale. «Perché lui è un narcisista malato e voleva capire come funzionava».

Corona si definisce molto amico di Giletti, «uno che stava cercando la verità e si è fatto abbindolare da Baiardo, un giocatore di poker, uno che bluffa e manda messaggi ai suoi amici».

Perciò secondo lui «bisogna essere solidali in questo momento, lasciare da parte il becero gossip». Detto da lui, che di gossip ha campato per una vita, c’è da fidarsi. «Chi ha dato gli audio?  Basta chiedere a Non è L’Arena, se vi han detto che sono stati venduti da una società che lavora con me sarà così. Punto. Che cosa cambia? Non è uno dei motivi per cui hanno mandato via Giletti».

Facciamo notare a Corona che fonti interne all’azienda hanno riferito di questo interessamento suo per ottenere gli audio del boss. Quanto sono costati gli audio?, chiediamo. «Lo vengo a dire a voi? ma va!». Ma quanto può essere costato, mica 100 mila euro? «Questo non lo posso dire. Non ti dico assolutamente neanche che sono stati pagati, se lo scrivete, scrivete una cazzata. Ma non credo che sia questo il problema». 

Baiardo e la foto di Berlusconi

Corona non ritiene che il suo eventuale interessamento per ottenere gli audio di Messina Denaro possa aver contribuito alla chiusura del programma, elemento indicato da fonti aziendali come uno dei punti di rottura del rapporto con Giletti, anche se quei rapporti sono noti da tempo. «L’ultima cosa che ha fatto Giletti era, lo avete scritto voi, riportare in televisione un mondo stragista legato a Berlusconi, non lo puoi fare».

Domani ha ricostruito per primo la storia della foto di cui ha parlato Baiardo a Giletti che ritrae assieme Berlusconi, il mafioso stragista Graviano e il generale dei carabinieri Delfino (nome affiorato in diversi casi e misteri d’Italia). Corona su questo ha una sua idea: «Secondo voi quella foto esiste veramente? L’unica cosa che vi dico è una battuta: se esistesse quella fotografia lì, l’avrei venduta io a Giletti? Questo è il titolo».

In pratica, secondo Corona, Baiardo ha sfruttato Non è l’arena. Per parlare a chi? «Solo per prendere i soldi, ora esce col libro e va a Mediaset». In quale programma?, chiediamo. «Ma figurarsi, è sempre una provocazione di Baiardo, lo dice lui che va a Mediaset perché in teoria ha fatto il gioco di Berlusconi….Baiardo è legato a Graviano. Graviano a Berlusconi. Lui (Baiardo) non arriva a fine mese perché i soldi non bastano mai perché ha fatto vita di mafia».

Dunque poi ha trovato nella televisione un’opportunità? «Ha visto Giletti e se l’è giocato, gli ha raccontato tutto una serie di cose. Ora esce stranamente con un libro, ora. Annuncia un arrivo a Mediaset, la televisione di Berlusconi, che in questo momento non gli interessi nulla, perché sta veramente male. In quale programma? Chi glieli dà i soldi? A Mediaset non hanno un euro?  È un bluff, è un giocatore di poker, capite? È stato bravo a giocare con l’informazione. Massimo, a prescindere dal rapporto lavorativo che ho con lui da anni, è uno dei miei più cari amici».

Corona dice di averlo sentito dopo la notizia della chiusura: «Ha sbagliato, si è fatto utilizzare da un grandissimo pezzo di merda, un giocatore di poker». Baiardo, secondo Fabrizio Corona. 

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