Denaro “black”, nero, per finanziare il partito. Non se ne sentiva parlare da un pezzo. Ora a Milano grazie all’intraprendenza dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, sembra essere tornata di moda nella città di tangentopoli, dove i fondi neri erano diventati la chiave per decifrare il sistema corruttivo e di finanziamenti alla politica.

Fidanza è il personaggio centrale in questa storia esplosa con l’inchiesta della testata online Fanpage, che ha documentato il metodo Fidanza, attivissimo nel proporre a un uomo d’affari, conosciuto appena da qualche ora, di finanziare la campagna elettorale dei candidati di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Milano. L’ignaro colonnello di Giorgia Meloni non poteva immaginare che quella sorta di lobbista incontrato per le vie della movida cittadina fosse in realtà un giornalista sotto copertura, che ha catturato la confessione di Fidanza.

Il politico è un pezzo pregiato della scuderia del partito nazionalista di Meloni in Italia ma soprattutto a Bruxelles, dove è capo delegazione. Si è fatto largo negli ambienti conservatori europei riuniti sotto la sigla European Conservatives and Reformists (Ecr) e ha saputo sfruttare le relazioni offerte dall’articolazione New Direction, la fondazione fondata nel 2009 da Margaret Thatcher, l’inflessibile “Lady di ferro” dei conservatori.

La politica prima dei giudici

Il meccanismo illustrato dal braccio destro di Meloni a Bruxelles in sintesi è un sistema di scatole cinesi artigianale: l’emissario di una grande azienda interessato a sostenere economicamente il partito può farlo seguendo le vie legali, dichiarando il versamento, oppure può affidarsi alla rete di prestanome offerti dal giro di imprese e commercialisti indicato dal politico milanese. In quest’ultimo caso i soldi vanno dati in nero al mediatore, che poi coinvolge uno dei prestanome per versare una parte dei contanti in chiaro nelle casse del movimento politico. Così si creano i fondi neri. Fidanza si muove a suo agio nel mondo dei commercialisti e delle aziende, ha una società che si occupa di consulenza amministrativa e commerciale. I suoi partner d’affari lavorano anche con appalti pubblici.

La procura a Milano si è mossa sulla base anche di un esposto dei Verdi e ha delegato il nucleo della Guardia di finanza di Milano per i primi accertamenti. La scelta di affidare alla Finanza l’inchiesta indica la volontà di seguire i soldi. Tuttavia, ancor prima della dimensione penale della faccenda (ambito di giudici e poliziotti), esiste una questione di responsabilità politica per l’intero partito di Meloni.

Fidanza non è un militante qualunque. «Fidanza non sarà espulso, prima voglio vedere tutto il girato di Fanpage» ha detto Meloni. Un passetto indietro l’ha fatto Fidanza, che si è autosospeso dal ruolo di capo delegazione del partito in Europa. Intanto nella foto che pubblichiamo datata 2018 Giorgia è insieme a Carlo Fidanza e Roberto Lavarini Jonghi, il “barone nero”, il punto di saldatura tra il partito milanese e i neofascisti nonché la figura delegata da Fidanza a trattare con imprenditori intenzionati a finanziare i candidati del movimento.

Fratelli d’Italia, come tutti i partiti, è orfano del finanziamento pubblico, eliminato dal governo di Enrico Letta. L’unico sostegno pubblico è il 2 per mille, che ogni contribuente è libero di versare alla forza politica che più desidera. Fratelli d’Italia nel 2020 ha registrato entrate dal 2 per mille pari a 2,1 milioni, il doppio dell’anno prima. Anche le donazioni delle aziende sono raddoppiate (250mila euro) così come le quote associative, cioè il tesseramento, che è triplicato e ha portato nelle casse di Fratelli d’Italia quasi 1 milione. Più cresce il consenso maggiori sono i costi per tenere in piedi una macchina sempre più complessa.

Qui arrivano in soccorso anche le fondazioni di riferimento: la fondazione Alleanza nazionale e FareFuturo. In linea generale, non riguarda solo Fratelli d’Italia, il rapporto delle fondazioni con i partiti è poco trasparente. Spesso le fondazioni finanziano il partito di riferimento, fin qui tutto trasparente. Il più delle volte non è possibile però rintracciare l’identità di chi ha donato alla fondazione, che successivamente ha foraggiato il partito. Un travaso privato-partito, filtrato da associazioni o fondazioni. Conseguenze dell’abolizione del finanziamento pubblico.

Soldi e lobby

Fidanza è considerato l’uomo più vicino al mondo dell’estrema destra milanese. Dell’esperienza giovanile nel Fronte della gioventù sono rimaste le relazioni, coltivate e diventate la base del consenso sul territorio. Fidanza è passato dal vecchio apparato neofascista alle feste del movimento neonazista Lealtà e Azione. A Bruxelles, tuttavia, il meloniano ha indossato abiti adeguati al suo ruolo nel direttivo dei conservatori del gruppo Ecr. Ha partecipato alle serate di gala con i lobbisti delle multinazionali e delle fondazioni americane vicine ai repubblicani, alcune sigle le ritroviamo poi nell’elenco dei donatori.

C’è anche chi dall’Italia ha scelto di sostenere non Fratelli d’Italia ma direttamente Ecr. Si tratta di una società sconosciuta, Milano Business consulting. Il titolare è un ex di Futuro e libertà. L’azienda avviata nel 2019 appena un anno dopo ha versato al gruppo conservatore 17.500 euro, non briciole per una neonata Srl, i cui bilanci non sono disponibili a due anni di distanza dalla costituzione. Abbiamo contattato a più riprese il titolare ma senza successo. Di certo è in contatto con Fidanza, almeno su Facebook. L’uomo forte di Meloni in Europa che in politica sceglie sempre il “black”.

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