Non si ferma l’emergenza gas in Europa. I timori dei mercati e delle istituzioni europee in merito all’affidabilità della compagnia russa Gazprom si sono rivelati fondati. La compagnia ha infatti annunciato come, a partire da mercoledì 27 luglio, il flusso del gasdotto che collega Russia e Germania attraverso il mar Baltico scenderà al 20 per cento della capacità totale, ovvero 33 milioni di metri cubi al giorno. Il flusso era già solo del 40 per cento rispetto alla capacità massima.  

Il motivo del fermo, secondo l’azienda, è la riparazione di una turbina del motore, di proprietà della società canadese Siemens. La società nella nota di annuncio del nuovo fermo ha sottolineato come le sanzioni alla Russia stiano creando problemi nella manutenzione dell’infrastruttura. 

«Abbiamo preso nota dell'annuncio», ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri tedesco. «Secondo le nostre informazioni, però non c’è alcuna ragione tecnica che giustifichi una riduzione delle forniture». Secondo i tedeschi infatti la turbina sarebbe dovuta essere monitorata solo nel settembre prossimo, la scelta sarebbe perciò un modo per Putin di fare pressione sull’Unione europea

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha difeso la scelta di Gazprom dichiarando che «Gazprom ha sempre tenuto fede agli impegni». Sottolineando come le dichiarazioni del governo tedesco siano «in contrasto con la realtà e la storia delle forniture. Anche nei momenti più difficili, la parte russa continua ad adempiere ai suoi obblighi. Il fatto che il volume delle forniture sia sceso è dovuto a queste sanzioni illegittime che gli europei, e i tedeschi in particolare, hanno imposto a loro stessi». 

La reazione dei mercati

Intanto con l’annuncio del nuovo blocco, il prezzo del gas europeo ha avuto un fortissimo balzo.  Verso la fine della seduta ha raggiunto ad Amsterdam il picco di 175 euro al megawattora, per poi assestarsi a 172 euro (+7,7 per cento).

Il blocco precedente

Il Nord Stream 1 aveva ricominciato a fluire al 40 per cento il 21 luglio. Dopo la conclusione della manutenzione annuale del gasdotto, iniziata l’11 luglio e conclusasi il 21 dello stesso mese. Dal 14 giugno, il gruppo statale per l'energia russo Gazprom aveva ridotto del 40 per cento la quantità del gas che transita nell'infrastruttura sotto il suo controllo.

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