Nonostante il mare, il porto, l’aria salmastra, Genova non è Bari. E non tanto per questioni climatiche, piuttosto per il differente trattamento che si riserva sempre alle città del mezzogiorno ogniqualvolta affiorano in superfice scandali e intrecci politico criminali.

Per molto meno, infatti, la destra ha scatenato i mastini da combattimento contro il sindaco di Bari Antonio De Caro, reo di avere in consiglio comunale nella maggioranza una consigliera (eletta con il centrodestra e passata poi dall’altra sponda) e suo marito indagati per voto di scambio. E così un solerte ministro dell’Interno ha inviato i commissari per verificare la sussistenza di infiltrazioni mafiose.

Quell’improvviso giustizialismo, è durato finché i guai giudiziari non hanno riguardato Giovanni Toti, il presidente della regione Liguria ai domiciliari per corruzione, a capo di una giunta con i meloniani, la Lega e Forza Italia.

Un’inchiesta su un sistema di potere alimentato in nove anni e dove non mancano le contiguità di alcuni con le cosche. Fin dal primo mandato Toti ha costruito la sua macchina del consenso su una fondazione e un comitato personale, usati per raccogliere mezzo milione l’anno da industriali, aziende e professionisti del territorio.

Dal 2015 al 2022 nelle casse di questa associazioni sono approdati oltre 2 milioni di euro, come raccontato da Domani già due anni fa. Finanziamenti di cui hanno beneficiato molti politici del centrodestra ligure. Il Comitato Giovanni Toti così come la fondazione Change (chiusa da qualche tempo) distribuivano parte delle donazioni incassate, per esempio, dagli armatori genovesi ai vari candidati sindaci della regione. «In sette anni non ho mai preso un euro.

E nessuno accusa Bucci di aver mai preso qualcosa, o aver favorito qualcuno», è la versione ripetuta dal sindaco di Genova, Marco Bucci, in un’intervista al quotidiano La Repubblica. Uno delle molte amnesie del primo cittadino, che presto potrebbe essere convocato in procura come persona informata dei fatti.

Lega per Bucci

I documenti sulle erogazioni private depositate alla Tesoreria della Camera, lette da Domani, smentiscono Bucci. Alla voce «Marco Bucci», infatti, troviamo donazioni per un totale di 140mila euro, tutte a ridosso delle elezioni di giugno 2022, che hanno dato il via al suo secondo mandato. Fin qui nulla di anomalo.

La faccenda si complica, però, quando nell’elenco spunta una donazione ricevuta da Bucci che copre quasi un terzo del monte complessivo: 40mila euro (38.401) versati dal Comitato Giovanni Toti, e dichiarati l’1 agosto 2022 nei documenti della Camera, il che vuol dire che sono stati versati tra maggio e giugno, in piena campagna elettorale.

Quel che non dicono questi dati, perché il Comitato di Toti fa da schermo, è che almeno 15mila euro provengono dall’armatore Spinelli, come per sua stessa ammissione, che ha versato al comitato Giovanni Toti il 25 maggio 2022, donazione registrata al Parlamento un mese più tardi: la legge impone un massimo di tre mesi per depositare la dichiarazione che certifica il versamento.

Lo stesso giorno Spinelli ha versato altri 15mila euro ma direttamente alla Lega Salvini Liguria, che a sua volta tra giugno e luglio ha finanziato Bucci con circa 20 mila euro. Il regalo di Spinelli ai leghisti, alleati di Bucci nella corsa a sindaco, è stato una salvezza: la cassa locale del partito, quell’anno, era in sofferenza. Possibile che Bucci fosse all’oscuro che dietro le donazioni ci fosse Spinelli?

Il fedelissimo di Toti non compare nella lista dei 25 indagati. Tuttavia nelle migliaia di pagine che compongono il fascicolo giudiziario, il sindaco occupa un posto di rilievo in alcune dinamiche di quello che per gli inquirenti è un vero e proprio Sistema.

La procura negli atti di indagine sottolinea, per esempio, come il bonifico al Comitato Toti del maggio 2022 (destinato per la campagna di Bucci), sia stato eseguito in concomitanza di una delibera per la quale l’armatore aveva compulsato chiunque e anche il sindaco era coinvolto in qualità di commissario straordinario della Ricostruzione del Ponte Morandi.

«L’iter amministrativo ha portato il Commissario Straordinario Marco Bucci- previa delibera del Comitato dell’autorità portuale (dove comandava Paolo Emilio Signorini, agli arresti, ndr)- ad approvare il tombamento della calata (Concenter, ndr) in data 12 agosto 2022», è scritto nelle carte investigative.

In quel periodo di valutazioni, i bonifici di Spinelli per Toti sono due: uno destinato alla campagna elettorale di Bucci, effettuato a maggio, l’altro arriva settembre, dopo che Bucci aveva dato il via libera al progetto sognato da Spinelli. Non sappiamo se anche la tranche di settembre sia servita per le spese elettorali di Bucci o sia stata invece utilizzata da Toti per l’allora campagna delle politiche.

Altri soldi dal giro Spinelli

Dei complessivi 140mila euro di donazioni dichiarati da Bucci, la più alta è quella del Comitato Toti. Tuttavia anche per altri finanziatori, diretti sostenitori del sindaco, i profili riconducono ancora una volta a Spinelli: 10.500 euro sono arrivata dal gruppo Cosulich, o direttamente o tramite aziende collegate.

Augusto Cosulich, finanziatore di Toti, è a capo di un impero, sempre in ambito marittimo, da 2 miliardi di fatturato, socio di Arkas, cliente del terminal portuale di Spinelli. Cosulich, non indagato, ritorna spesso nelle carte dell’inchiesta su Toti. Il rapporto che lo lega a Spinelli è stretto a tal punto che l’armatore genovese aveva ipotizzato di far pagare a Cosulich il viaggio a Las Vegas per Signorini con «il fine di non apparire come organizzatore e pagatore del trasferimento aereo».

Nella già citata intervista, Bucci giustificava l’incontro in barca di Spinelli spiegando che lui incontra «centomila imprenditori in città... che non vuol dire prendere mazzette, che non ho mai preso». Di certo però Bucci ha ricevuto un sostegno da Spinelli, schermato da Toti, in concomitanza di scelte che hanno avvantaggiato l’armatore.

Bucci, poi, sostiene di non ricordare neppure l’incontro nell’ufficio di Toti nel quale, intercettati, studiavano la strategia per trovare piccoli e grandi finanziatori per la campagna elettorale del sindaco. Obiettivo: raggiungere i 250mila euro. Una cifra doppia rispetto ai 102mila euro che fondazione-comitato di Toti nel 2017 aveva elargito a Bucci per la sua prima campagna.

Ma al di là dei numeri, di sicuro c’era un grande donatore che non aspettava altro se non festeggiare la sua vittoria: «Prima vince le elezioni Bucci, meglio è…», diceva Spinelli intercettato. L’armatore sapeva che dopo la campagna elettorale avrebbe ottenuto la delibera su “Calata Concenter”. E così in effetti è andata: il commissario straordinario nonché sindaco fresco di trionfo, ossia Bucci, ha dato il via libera. Per la felicità di Spinelli, suo anonimo finanziatore.

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