Nell’ascesa politica di Giovanni Toti ha contato molto la sua narrazione di leader nuovo. La comunicazione, il marketing politico, l’informazione, sono centrali nel suo percorso. Gli strumenti non gli mancano: lui è giornalista, la moglie anche, nell’informazione di Mediaset hanno sempre avuto ruoli di primo piano.

L’esperienza nell’azienda di Silvio Berlusconi, di cui è stato consigliere, l’ha applicata con grande stile una volta eletto presidente della regione Liguria, fin dalla prima volta nel 2015, quando con il centrodestra unito è riuscito nell’impresa di spodestare la sinistra dal governo regionale.

Nei documenti dell’autorità antiriciclaggio ottenuti da Domani e inviati alla guardia di finanza che sta indagando per finanziamento illecito sui comitati-fondazione di Toti c’è traccia di questa sua strategia. In particolare alcune spese effettuate dal comitato Change e dal Giovanni Toti nell’ultima campagna elettorale rivelano quanto il leader di Coraggio Italia abbia puntato sulla comunicazione e sull’immagine di uomo del fare.

L’indagine in corso coordinata dalla procura di Genova, guidata dal procuratore Francesco Pinto, è iniziata seguendo i soldi: sono stati passati al setacciato i conti correnti dei due comitati, che dal 2016 a oggi hanno incamerato oltre 2 milioni di euro da decine di società. Come rivelato nelle puntate precedenti dell’inchiesta di Domani su chi paga l’ascesa di Toti, i finanzieri nei mesi scorsi hanno acquisito documenti con una perquisizone “soft” presso le sedi di alcune società finanziatrici dell’ex delfino di Berlusconi. Allo stato ci sono i primi nomi nell’elenco degli indagati, su chi siano però il riserbo è massimo.

Spendere e spandere

In un solo anno il comitato Giovanni Toti è riuscito a spendere quasi mezzo milione. Tanto è fuoriuscito dai conti correnti per pagare soprattutto aziende, che hanno offerto servizi vari. La particolarità delle associazioni di riferimento del presidente è proprio questa: opera come fosse un partito, paga le spese elettorali, i cartelloni pubblicitari, gli studi di grafica, le società che organizzano eventi.

Tra le spese più elevate c’è il pagamento a un gruppo editoriale locale: P.t.v. Programmazioni televisive Spa, la società della tv regionale Primocanale, la più diffusa a Genova. Il 24 agosto 2020, piena campagna elettorale, l’azienda riceve un bonifico di circa 20 mila euro. Si tratta di un pagamento per fatture emesse da Primocanale. Nell’elenco in nostro possesso, che copre tutto il 2020 e parte del 2019, non ci sono altre emittenti pagate dai comitati. Toti insomma ha puntato sull’editore Maurizio Rossi, ex senatore eletto con Scelta Civica di Mario Monti.

Dal 1998 al 2001 la direttrice di Primocanale è stata Ilaria Cavo, assessora di Toti alle Politiche sociali, alla cultura e allo Spettacolo. Cavo dopo quell’esperienza era passata a Mediaset diventando l’inviata di punta della cronaca nera e lavorando anche nel programma Quarto Grado, programma curato dalla moglie di Toti nonché ormai da sei anni first lady della Liguria. Primocanale ha beneficiato negli anni di contratti con la pubblica amministrazione, come per esempio un accordo del valore di 18 mila euro con l’autorità portuale ligure (diretta da Paolo Signorini, nominato da Toti) per «incrementare la comunicazione dei Porti di Genova e Savona verso il grande pubblico, mediante la realizzazione e diffusione di 6 audiovisivi della durata massima di 3 minuti ciascuno».

Sempre l’autorità portuale ha affidato alla società Errenova, dell’editore di Primocanale, un altro lavoro ben pagato da 50 mila euro più iva per la «produzione e diffusione del dibattito pubblico relativo alla nuova diga foranea del porto di Genova», c’è scritto nell’atto del 13 gennaio 2021 ottenuto da Domani. C’è poi il più recente, un altro affidamento “portuale” da 130 mila più iva alla tv dell’ex senatore. Chi ha chiesto conto anche all’ordine dei giornalisti e alla federazione della stampa di questo e altri contributi alla stampa locale è Ferruccio Sansa, giornalista, consigliere regionale e sfidante di Toti alle ultime regionali. «Nessuna risposta ancora da entrambi», dice Sansa.

Il 15 novembre scorso Primocanale ha annunciato il nuovo corso digitale, con sito web rinnovato annesso: in un articolo della testata si legge «realizzato con la collaborazione di Liguria digitale», società della regione. L’emittente ha anche beneficiato di ulteriori soldi pubblici: è di pochi mesi fa un affidamento diretto dal comune di Genova di 12 mila euro, il sindaco Marco Bucci, va ricordato, ha avuto più di 100 mila euro dai comitati di Toti per la campagna elettorale del 2017.

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Sondaggi e pubblicità

Di certo Toti nella sua seconda vita da politico crede moltissimo nei sondaggi. A partire dal 17 aprile 2020, ben prima della campagna elettorale, e fino al 18 settembre (due giorni prima del voto) il comitato-fondazione ne ha commissionati cinque. La spesa è di 62 mila euro. Il primo è quello costato di più, 21 mila euro pagati alla società Swg. C’è anche Ipsos, che però ne fattura al comitato Toti solo uno al costo di 7 mila euro.

Fonti interne a diversi partiti contatti da Domani ritengono che sono spese considerevoli per un comitato e per un presidente in corsa per le regionali e non per elezioni nazionali. Così come è sbalorditiva la cifra pagata a una società di pubblicità che si occupa di distribuire per la città i manifesti politici sui tabelloni. Il comitato Giovanni Toti ha pagato alla “Federico Olcese pubblicità esterna” quasi 70 mila euro da maggio a settembre 2020. Per fare un paragone: per una delle più importanti feste nazionali del partito democratico in Emilia, confermano fonti interne alla segreteria, per tappezzare tutta la regione (città grandi e piccole) con poster formato gigante sono stati spesi 32 mila euro. Ed è noto quanto la festa dell’Unità in Emilia sia l’evento sui cui punta più il partito, anche più delle campagne elettorali.

Toti pensa e fa le cose in grande, del resto con un mentore come Berlusconi era quasi scontato. Persino un banchetto affidato alla più prestigiosa azienda di catering di Genova è riuscito a costare 23 mila euro. Avremmo voluto chiedere anche questo al presidente, ma per ora alle nostre richieste ha preferito non rispondere.

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