- In fondo a ogni lettera anonima l’inconfondibile firma: “un amico”. I Corvi, in Sicilia, si presentano e vengono rappresentati sempre così: amici. Amici della giustizia, il più delle volte.
- Uno specialista della materia - sorpresa!!! - era nientemeno che Totò Riina, il capo dei capi di Cosa Nostra, il mafioso che ha ucciso Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Diceva di lui il pentito Buscetta: «Ha sempre avuto il vizietto di scrivere lettere e non firmarle».
- E poi i lunghi anonimi che hanno fatto tremare prima dell’attentato dell’Addaura del giugno 1989 e fra le due stragi dell’estate del 1992
Per gli amanti del genere forse è la fine di un’epoca. E in ogni caso, per un po’ di tempo, saranno scoraggiati a spedire le loro verbose o circostanziate lettere con quell’inconfondibile firma in fondo: “un amico”. I Corvi, in Sicilia, si presentano e vengono rappresentati sempre così: amici. Amici della giustizia, il più delle volte. Animati dallo spirito vendicatore di svelare malefatte dell’amministrazione pubblica, sulle contiguità fra il mondo di sotto e il mondo di sopra, sull’insospetta



