Tra un incarico ai vertici della burocrazia governativa e un altro, il braccio destro di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi ha fatto incetta di appalti pubblici, tramite società a lui riconducibili. Tra gli affidamenti ottenuti quando già era diventato capo di gabinetto della premier, spicca per rilevanza anche uno di Invitalia, l’Agenzia controllata dal ministero dell’Economia.

Nessun illecito, certamente. Di sicuro una palese questione di opportunità, con la quale Gaetano Caputi convive da tempo. Infatti, nella carriera professionale recente di Caputi, nomine e commesse pubbliche corrono parallele. Domani ha infatti scoperto che quando era capo di gabinetto al ministero del Turismo una delle aziende del suo giro ha ottenuto diversi affidamenti, e pure adesso che siede al fianco della premier la musica non è cambiata.

Dunque non c’è solo l’appalto del Consiglio nazionale del notariato da 180mila euro vinto nel luglio 2023 dalla Servizi professionali evoluti, in sigla Spe. Si tratta del la società di famiglia di cui lo stesso Caputi è stato socio insieme alla moglie, fino a prima di insediarsi a Chigi, e ora intestata a un trust i cui beneficiari sono i figli del capo di gabinetto della premier.

Nella gara bandita dai notai, peraltro, Spe ha sbaragliato la concorrenza di colossi del settore delle consulenze e del lobbismo. Come raccontato da questo giornale, Caputi è un professionista ben conosciuto negli uffici del notariato: ha firmato, infatti, due consulenze successive alla nomina a Palazzo Chigi e contemporanee alla gara d’appalto poi vinta dalla società di famiglia

La fabbrica delle consulenze

Questi non sono gli unici intrecci, dicevamo, che portano fin dentro la presidenza del consiglio un possibile conflitto di interessi. La trama degli affari conduce a una seconda azienda denominata Spin consulting: attiva sempre nel campo delle consulenza e di cui Spe possiede il 20 per cento delle quote.

I documenti ottenuti da Domani svelano un notevole elenco di gare o affidamenti diretti con committenti pubblici ottenuti tra 2015 e 2023, quindi anche quando Gaetano Caputi aveva fatto il suo ritorno nella burocrazia ministeriale.

Prima l’esperienza nel governo Draghi con il ministro del Turismo Roberto Garavaglia nel 2021, poi il grande salto un anno e mezzo dopo, come capo di gabinetto di Meloni, ruolo strategico da 220 mila euro l’anno, snodo nevralgico dei provvedimenti più delicati.

Durante l’ascesa di Caputi, Spin Consulting ha con concluso numerosi affari. La sede della società è allo stesso indirizzo della Spe, in un palazzo nel cuore di Roma. Tuttavia le analogie tra le due aziende non si esauriscono alla via o al civico: amministratore unico di Spin è Salvatore De Bellis, commercialista legatissimo alla famiglia Caputi, che tra il 2018 e il 2022 ha posseduto il 55 per cento della Spe.

Il nome di De Bellis porta a un altro intreccio rilevante: lavora anche per Avvocati Amministrativisti Associati (Aaa), che possiede un altro 20 per cento delle quote di Spin. Aaa è lo studio di Gennaro Terracciano, prorettore dell’Università del Foro Italico, direttore scientifico di Amministr@tivamente, rivista di cui è responsabile proprio Caputi.

Terracciano è stato nominato a maggio 2023 presidente di 3-i, la società che curerà i sistemi informatici di Inps, Inail e Istat. I rapporti di Caputi e dei suoi soci sono politicamente trasversali. Tanto che tra i soci di studio di Terracciano c’è anche Angelo Piazza, ministro della Funzione pubblica nel primo governo D’Alema, attualmente consigliere d’amministrazione di Acea su nomina del sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

L’appalto Invitalia e Garante

Di certo tra tutti gli affidamenti ricevuti dallo studio Spin spicca per potenziale conflitto di interessi quello ricevuto da Invitalia per una consulenza sul Pnrr da 15mila. La data è dirimente, 1° gennaio 2023. Con Caputi da tempo ormai a Chigi, una società a lui riconducibile riceve denaro pubblico da Invitalia controllata dal governo. Possibile che nessuno abbia tenuto in conto di questo cortocircuito istituzionale?

Certo il giro di Caputi è ferratissimo sulla partita del Pnrr. Prendiamo, per esempio, tal Giuseppe Egidio Iacovino: legatissimo al capo di gabinetto di Meloni, segretario dell’assemblea dei soci della Spin, è diventato consulente per la struttura del Pnrr del Ministero del Turismo ai tempi in cui Caputi lavorava in quel dicastero con il ministro leghista Garavaglia.

Detto di Invitalia, è utile riportare un’altra commessa pubblica, messa a segno da Spin del valore di 71mila euro. Firmata con l’Istituto italiano di tecnologia di Genova del giugno 2021 per “servizi di aggiornamento normativo”. Anche questo un ente finanziato dal governo. Con Caputi che anche in quel periodo occupava un ruolo apicale nella burocrazia governativa.

Questo elenco ridotto è utile chiuderlo con un altro colpaccio di Spin compiuto nel maggio 2022. Caputi era capo di gabinetto del ministero del Turismo, quando la società ha firmato il contratto con l’Autorità del garante della privacy: «Servizio di monitoraggio delle attività delle istituzioni nazionali», incasso garantito di 55 mila euro. Una collaborazione destinata a durare fino al 22 maggio 2024.

Con Caputi che nel frattempo ha cambiato poltrona, siede nel palazzo della premier. Ma poco importa, gli affari a Salita del Grillo hanno il vento in poppa.


Venerdì 16 febbraio. Per un errore materiale nella lettura di un elenco che compare in un documento, una versione precedente di questo articolo menziona anche il nome della società Montagna 2000 tra i clienti di Spin, partecipata di Gaetano Caputi. In realtà Montagna 2000 è estranea ai fatti narrati nell’articolo. Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori.

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