L'impresa di consegne a domicilio, dopo un lustro in cui ha accumulato denunce e sanzioni milionarie, ha annunciato questa settimana che 14.000 fattorini passeranno a essere lavoratori dipendenti. E la presenza di un salario minimo ha permesso maggiori tutele
Madrid- Nella settimana in cui in Italia è scoppiata la polemica per la proposta fatta, e poi ritirata, da Glovo ai suoi riders di un bonus per le consegne nelle ore più calde del giorno, in Spagna la stessa società ha fatto sapere di aver assunto 14mila fattorini come lavoratori dipendenti per adeguarsi alla legge approvata dal governo spagnolo nel 2021. L'annuncio del cambio di modello di contrattazione era arrivato in realtà nel dicembre scorso, esattamente il giorno prima della citazione in un tribunale di Barcellona dell'amministratore delegato di Glovo, Oscar Pierre, indagato per violazione dei diritti dei lavoratori.
Per passare dalla promessa ai fatti, l'impresa di consegne a domicilio si è presa altri sei mesi, dopo un lustro in cui ha accumulato varie denunce e milioni di euro in sanzioni, continuando a usare lavoratori autonomi nonostante già nel 2020 la Corte Suprema spagnola avesse stabilito che si trattava di una relazione di lavoro dipendente. Un anno dopo era stato il Governo, sulla spinta della ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, a prevedere per le piattaforme come Just Eat, Glovo e Uber Eats l'obbligo di contrattare i riders come dipendenti e di essere più trasparenti sul funzionamento dell'algoritmo che è alla base dell'organizzazione e della gestione delle consegne. La legge ha portato all'uscita dal mercato spagnolo della piattaforma Deliveroo mentre Glovo ha continuato a impiegare lavoratori autonomi.
La nuova stretta
Nel 2023 è però arrivata una nuova stretta, con l'entrata in vigore di una riforma del codice penale che ha introdotto pene da sei mesi a sei anni per chi impone “condizioni illegali ai propri lavoratori mediante la loro assunzione con formule estranee al contratto di lavoro”, o le mantiene “in contrasto con un provvedimento o una sanzione amministrativa”. Per Nuria Soto, portavoce della piattaforma sindacale Riders X Derechos che ha presentato una delle prime querele penali contro Glovo per violazione dei diritti dei lavoratori, la modifica del codice penale si è dimostrato il cambio più efficace, perché ha permesso l'apertura da parte della procura di Barcellona dell'indagine che ha forzato di fatto il cambio di modello annunciato da Glovo. «Come si spiega altrimenti che ci sono voluti dieci anni per arrivare a questo cambio? Credo che il detonante sia stata proprio questo. Perché nonostante l'approvazione della ley rider, nonostante le multe, hanno continuato fino a quando non si è aperta la via penale», commenta Soto.
Che la ragione della decisione sia stata la pressione giudiziaria, aumentata esponenzialmente dopo i cambi legislativi approvati dal governo, è stato riconosciuto dallo stesso Pierre, che ha fondato l'impresa nel 2014 e che davanti ai giudici a dicembre ha parlato di “pace sociale”, e confermato da un comunicato di Delivery Hero, la compagnia tedesca che ha acquisito Glovo tre anni fa.
«Questo è l'unico paese dove alla fine queste imprese stanno contrattualizzato i lavoratori direttamente. Ed è stata una lunga lotta perché erano imprese che violavano apertamente la legge. Tutto il percorso giudiziario, la decisione della Corte Suprema, una legge che ha stabilito una base per aprire e iniziare un'indagine penale, tutto questo ha permesso che, dopo dieci anni, un'impresa rispetti la legge. Alla fine si tratta di un passo importante perché stabilisce un camino più agevole per difendere meglio i lavoratori dal punto di vista sindacale. Perché finora è stato molto difficile», aggiunge Soto.
Salario minimo
Per ora, secondo i sindacati, ai lavoratori è stato offerto un contratto collettivo di settore che risale al 2006 e che, nella pratica, significa che guadagneranno il salario minimo interprofessionale, che in Spagna, dopo i successivi aumenti approvati dal Governo negli ultimi cinque anni, è arrivato a 1.184 euro lordi in 14 mensilità.
Un altro fronte aperto è l'uso di aziende terze in subappalto, una via per evitare una relazione di lavoro dipendente diretta con i lavoratori, utilizzata sia da Glovo che dalle altre due grandi imprese che operano nel mercato spagnolo, Uber Eats e Just Eat. Proprio da quest'ultima arriva un altro dei grattacapi di Glovo: Just Eat, che da tempo contratta come lavoratori dipendenti i suoi fattorini, ha citato in giudizio l'impresa di Barcellona e reclama 295 milioni di euro per “concorrenza sleale” proprio per i vantaggi che Glovo avrebbe tratto dall'impiego di lavoratori “falsamente” autonomi. La Commissione europea aveva peraltro imposto a inizio giugno a Glovo e Delivery Hero una multa di 329 milioni di euro per aver fatto sostanzialmente “cartello” nel mercato europeo sulle consegne di cibo a domicilio.
Intanto il Governo spagnolo, che dopo l'entrata in vigore della ley rider aveva dato impulso alla direttiva europea approvata un anno fa nonostante il no di Francia e Germania, spinge ora, secondo quanto rivelato a metà giugno dal quotidiano El País, per l'approvazione di una convenzione a livello di Organizzazione Internazionale del Lavoro, che dia una regolamentazione unitaria al settore in tutti i paesi che la ratificano.
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